Nelle ultime ore il Festival di Sanremo era in subbuglio, ma tutto è già rientrato. Facciamo il punto della situazione, perché essendo accaduto in poche ore, molti si potrebbero essere persi cosa sia accaduto.

IL CASO MORANDI

Gianni Morandi ieri mattina ha pubblicato su Facebook un video in cui cantava diverse canzoni, tra cui “Apri tutte le porte“, il brano in gara al prossimo Festival di Sanremo e scritto per lui da Jovanotti. Molti utenti si sono accorti della gaffe proprio dalla ripetizione del titolo durante il video che, dopo mezz’ora, è stato rimosso. Chiaramente Morandi rischiava la squalifica, in quanto la canzone deve rimanere inedita fino al 1 febbraio. Il precedente dello scorso anno, che vedeva coinvolto in maniera molto simile Fedez e Francesca Michielin, era sufficiente, tuttavia, per essere già storia del “codice civile del Festival”. Stamattina la conferma della Rai: Gianni Morandi resta in gara. A sorprendere, più che il risultato, è la giustificazione che troverebbe riscontro nell’errore del cantante dovuto all’uso del tutore alla mano. E quindi? Quindi niente, chi si è connesso sulla pagina Facebook dell’eterno ragazzo per quella mezz’ora ha potuto già ascoltare il brano in gara, perché…Morandi ha un tutore alla mano. Curioso come l’anno scorso l’artefice dell’errore sia stato l’influencer Fedez e quest’anno il Gianni nazionale, da una decina di anni attivissimo sulle sue pagine social che gestisce lui stesso. Più usano il web, più creano danni.

LA RISPOSTA DELLA RAI

La risposta della Rai stupisce, come dicevamo, perché si poteva semplicemente evitare di trovare la scusa meno giustificativa di tutte. Insomma, per postare un video su Facebook bisogna fare diversi passaggi (scelta del video, conferma, caricamento, notifica del caricamento avvenuto) che un tutore al massimo può rallentare. Se è stata caricata la clip sbagliata, evidentemente l’errore sta in una scelta errata del video. Niente di male, anzi tutto di guadagnato: sarebbe stato oggettivamente un peccato non avere Gianni Morandi in gara per una svista. La verità è che nulla impediva a Morandi di fare ciò che ha fatto, pur se in buona fede (e lo conosciamo troppo bene per dubitarne). D’altra parte in passato anche Paola e Chiara (2005, A modo mio) e Gigi D’Alessio (2012, Respirare) furono lasciati in gara nonostante situazioni molto simili. In realtà è come se la Rai si vergognasse ad ammetterlo, ma il regolamento del Festival non impedisce questi post, che tradiscono piuttosto il pensiero comune della gente. Vediamo esattamente cosa dice il regolamento del Festival che, in quanto tale, va ricordato non essere legge ma relativo unicamente alla manifestazione sanremese. Sembra tutto complicato, ma in effetti non lo è, basta leggere con attenzione.

COSA DICE IL REGOLAMENTO

Per gareggiare bisogna avere una canzone nuova. Così cita il regolamento a pagina 8 (di 24):

E’ considerata nuova, ai sensi e per gli effetti del presente Regolamento, la canzone che,
nell’insieme della sua composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario
(fatte salve per quest’ultimo eventuali iniziative editoriali debitamente autorizzate) non sia già
stata fruita, anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente o lontano, o eseguita o
interpretata in tutto o in parte dal vivo ovvero in versione registrata alla presenza di pubblico
presente o lontano.

In soldoni, a fare la differenza è proprio quel “nell’insieme della sua composizione”. Se si postano pochi secondi, o minuti, del brano, non succede nulla.

C’è poi da fare un ulteriore precisiazione, che conferma l’immenso caos che viene creato da questa sottile differenza tra “canzone nuova” e “inedito”. Qualche anno fa, per esempio, Pupo pubblicò nel romanzo La confessione il testo di una canzone che dichiarò essere la più bella della sua carriera e che un giorno avrebbe voluto portare in gara a Sanremo. La canzone era Per voi due. Il cantautore aretino ammise che avrebbe potuto modificare solo qualche parola al testo pubblicato nel romanzo e, di fatto, il regolamento del Festival non avrebbe impedito la sua partecipazione. La canzone sarebbe, con una piccola modifica, rimasta nuova. Pochi anni dopo, però, Pupo incise la canzone nell’album Porno contro amore. Solo in quel caso, secondo lui, si determinò l’impossibilità di partecipare a Sanremo con quella canzone (che, per completezza d’informazione, non è mai stata presentata alla commissione artistica). Tutto vero, ma solo fino a un certo punto. Anche in questo caso, infatti, c’è una falla. Non si può portare in gara uno stralcio di un testo (o di una melodia) che sia stata già commercializzata: insomma, se Pupo avesse letto quel testo in pubblico non avrebbe fatto difetto, essendo stato inserito in un libro, però, era già impossibile la presenza dello stesso brano. A meno che la parte pubblicata di quel testo non fosse solo un quinto di quella presentata alla commissione: in questo senso, se l’autore è il medesimo che presenta la canzone a Sanremo, si può gareggiare al Festival utilizzando quel brano.

MA PERCHE’ IL TUTORE?

La canzone, quindi, non deve essere inedita, ma nuova. Nel senso che, per 4/5 della sua composizione, deve non essere mai stata commercializzata e, nella sua interezza, mai presentata in pubblico. Probabilmente, quindi, la canzone di Gianni non era stata pubblicata interamente.

Certo, anche voi ora vi chiedete perché si sia usata la scusa del tutore. Quando hai un regolamento, perché non applicarlo alla lettera senza giri di parole che fanno sembrare la toppa peggio del buco? Ora si potrebbero pubblicare trenta secondi di tutte le 24 canzoni in gara. Per onestà morale, per ricordare che il regolamento non lo impedisce ed evitare un trattamento sempre da carboneria…

Massimiliano Beneggi