Tutto bene all’Eurovision Song Contest 2022. O, perlomeno, tutto bene per chi vuole male all’Italia. La colpa, però, non è dei Paesi stranieri: questa volta ci trattiamo male da soli.

Ha iniziato Mahmood, cantante che è sempre meglio ascoltare a occhi chiusi, lasciando che l’immaginazione non ipotizzi quell’orrendo look con giacca aperta a petto nudo e gonna di Marisa Laurito. Si crede anche fortissimo per questo, bontà sua. E dire che ci vantiamo di essere maestri nella moda. Ma il problema è un altro: se non sai se vestirti da uomo o da donna, perché nel dubbio ti presenti in conferenza stampa scaraventando il tuo machismo con un rutto al microfono e la grazia di Er Monnezza?

Va beh, è giovane, si dirà. Lo avesse fatto Califano saremmo qui a riderne. Ineccepibile. Solo che il Califfo avrebbe anche commentato in diretta l’episodio scusandosi a suo modo, non avrebbe lasciato correre come se fosse la cosa più normale. Così è da cafone. Non lamentiamoci se all’estero pensano che con la cultura ci siamo fermati al Rinascimento.

Ieri sera è toccato a Laura Pausini. Lei ha avuto la decenza di digerire per i fatti suoi in camerino, in compenso ha espresso un gratuito e nemmeno divertente “Porca vaca” di dubbia eleganza. Si è scusata subito, come se le fosse scappato. In realtà se dici “Porca Vaca”, spagnolizzando un termine decisamente dialettale, vuol dire che lo hai pensato per bene. E chissà quante volte hai provato quel siparietto con Cattelan. Questa smisurata spontaneità, chiaramente artefatta, della Pausini (quella che si presenta in accappatoio senza mutande e poi urla di averla come todos) ha ormai stancato. Ma anche qui il problema è un altro. Il modo con cui ha chiesto perdono al pubblico: “Sono solo una donna italiana”. Chissà cosa voleva dire con questa frase, più offensiva di un qualunque “porca vaca” buttato lì così per far ridere. Perché dobbiamo darci le zappate sui piedi, autoflagellandoci senza un motivo? Da quando le donne italiane sono solite imprecare pur non avendo ragione di farlo? E perché quel “solo una donna italiana”, come se fosse dispregiativo? Perché sostenere sempre questa tesi per cui all’estero tutto sia migliore?

Laura Pausini ha toppato, stavolta è bene che chieda scusa al pubblico italiano più che a quello straniero. Lo faccia in dialetto o nella nostra lingua madre. Pure in spagnolo se la diverte. Ma chieda scusa, perché onestamente in un bell’Eurovision Song Contest organizzato quasi perfettamente, con Mika a impreziosire un palcoscenico che non brilla certo per Cattelan, non ci meritiamo uno sberleffo da una nostra cantante. Perché di cantante pur sempre si tratta. Della Carrà, che Laura tiene a omaggiare in pochi secondi, la Pausini non ha proprio nulla. È bene dirlo una volta per tutte, prima che si monti la testa. Ora ripartiamo, con la certezza che peggio di queste sue sonore figuracce d’esordio l’Italia non potrà fare. Anche se dovessimo vincere.

Massimiliano Beneggi