Per carità, si può fare tutto sui social. Ormai non ci scandalizziamo più di nulla. Nemmeno dell’ignoranza, che la fa padrona e, anzi, se prima era un filtro che impediva la comunicazione, oggi sembra un passepartout per fregiarsi di essere protagonisti. Mal che vada, di una puntata de I Nuovi Mostri di Striscia la Notizia o di un post di Musazzi (l’anti influencer che, sui social, con la sua cultura prova a smascherare l’ignoranza dilagante dei “colleghi”).

Dunque, ormai siamo abituati all’ignoranza. Non ci scandalizziamo, tuttavia gradiremmo non sentirla valorizzata da chi ha il potere mediatico di arrivare a chiunque. Tantomeno con quella arroganza. Cosa è accaduto?
Questa mattina Fedez, il marito di Chiara Ferragni, nonché influencer che ci insegna come stare al mondo schiaffandoci la sua vita ogni minuto (al contrario della moglie, ben più discreta), era in diretta in un podcast con Gerry Scotti. L’ex monologhista del Primo Maggio (a cui quest’anno non è stato invitato e ora intuiamo perché) ha asserito: “Chi cazzo è Strehler?”.
Proprio così, di fronte a uno Scotti più imbarazzato di quando gioca con un concorrente che sbaglia la risposta più facile, Fedez ha ribadito in due momenti di non sapere chi fosse Strehler.
Ora sappiamo con certezza che il pubblico di Fedez non andrà mai a teatro, perché questi sono i presupposti. Già questo fa male, perché purtroppo i fan del rapper sono tanti. Il problema è che ogni volta che apre bocca, Fedez la spara troppo grossa. Se non sai chi sia Strehler e sei dietro a un microfono, occorre che tu stia zitto e faccia una riflessione se meriti di occupare quella posizione. Anche perché quel cognome lo avrai sentito milioni di volte, specie essendo tu di Milano, dove c’è anche uno dei più grandi teatri (a dispetto del nome, Piccolo) dedicato alla memoria del regista.
Ma se proprio non sei mai uscito dai confini di City Life dove vivi, caro Fedez, almeno ascolta con rispetto quanto sta dicendo Gerry Scotti (che stava raccontando un aneddoto su una sua mancata candidatura politica, dove appunto ammise di non essere al livello del grande Strehler). Comprendi che la conversazione sta assumendo toni più impegnati di quelli a cui sei abituato.
Cerca di capire che stai offendendo generazioni e generazioni solo per cercare una risata, che forse si faranno pochissimi tuoi amici.
Niente da fare. Con arroganza e presunzione arriva quello schiaffo morale alla cultura e al buonsenso. “Chi cazzo è Strehler?” non fa ridere, è bene osservarlo. Fa solamente pietà, persino se fosse una battuta venuta male. Togliete per sempre il microfono a Fedez prima che le nuove generazioni ci chiedano chi fosse Karol Wojtyla.
Massimiliano Beneggi