Che la musica di Edoardo Bennato fosse una prova di contemporaneità molto più che quella di tanti artisti emergenti da talent e web, ce ne eravamo già accorti un anno fa. L’Italia vinceva gli Europei di calcio e tutto il Paese intonava la sua Notti Magiche, composta nell’ormai lontano 1990. Bisogna andarlo a vedere in concerto, però, per rendersi conto che Bennato è molto più forte e internazionale di quel che si faccia credere.

Il Peter Pan Rock’n Roll tour, che ieri 28 giugno ha toccato il Teatro degli Arcimboldi di Milano, è un concentrato di pop e rock carico di bella energia e buone sensazioni. Tra inni per la pace (quanto ci appare ancor più vero oggi quel ritornello “A cosa serve la guerra…serve soltanto a vincer la gara dell’inutilità”!) e urli d’orgoglio (tanta la commozione nel vedere sullo schermo del palcoscenico Mike Bongiorno, Rita Levi Montalcini, Enzo Ferrari e molti altri Italiani), Bennato sembra essere stato il migliore dei narratori dei nostri tempi. Sempre all’avanguardia, testuale e compositiva, ma senza mai tradire la sua cifra.
I falsetti, l’armonica unita contemporaneamente al tamburo e alla chitarra (e poi parliamo di Ed Sheeran e altri artisti stranieri quando abbiamo in casa uno dei polistrumentisti più grandi di sempre!), quel modo guascone di fare da cantastorie mentre intona brani ma anche quando chiacchiera: Edoardo Bennato da sempre dialoga col pubblico e lo esalta con un rock pieno di colore.

Lui, che ha cantato in momenti diversi tanti anni fa le favole di Peter Pan e Pinocchio, dimostra così nel 2022 che quelle storie, come le sue canzoni, sono ancor più vere oggi. Un’Italietta governata da burattini, proprio come aveva predetto Collodi, ma altresì con la voglia di sognare, alla pari di Peter Pan. Edoardo, il Peter Pan della musica italiana, saltella sul palcoscenico con invidiabile entusiasmo e carica la sua band con la follia di chi sembra non avere proprio un’età. Nè ci si chiede più quanti anni abbia. Appunto come l’eroe della favola di Barrie, altrettanto contemporanea. Anche lì chi derideva o sottovalutava il ragazzo in calzamaglia verde, rivelava una totale immaturità a dispetto della posizione di potente.
Ecco, il cantastorie è ancora lì che ride e si diverte ma intanto ci racconta la verità più di chiunque altro. Scivolano via facendoci come attuali notizie di cronaca, ballare come Fantasia, La fata, Stop America, Rinnegato, Magari sì magari no. Non mancano le hit assolute (da Le ragazze fanno grandi sogni a Il gatto e la volpe, L’isola che non c’è, Sono solo canzonette, Un giorno credi, Il rock di Capitan Uncino), ma anche la dedica alla sua Napoli 55 è a musica. Tra il pubblico campeggia persino qualcuno con la maglia azzurra dello scudetto di Maradona e compagni. Il tempo, sull’isola che non c’è di Bennato, si è fermato: può farlo perché era già avanti all’epoca.

Tanti assoli di chitarra, percussioni, un quartetto d’archi di una forza sublime a inizio e fine concerto: c’è tutto quel che si può desiderare dalla musica in questo tour straripante. Chiamateli pure boomers, se vi va, i fan di Bennato: sono ancora quelli che ascoltano la musica fatta di note, strumenti e voce dal vivo. Non sarà certo un’offesa per nessuno di loro sapere di appartenere a una platea raffinata, con la voglia di divertirsi come un tempo. Il teatro è pieno in ogni sua porzione, ricco di telefoni cellulari che registrano video: perché alla fine, per quanto anima rock, vuoi non mandarla una tenera dedica a qualcuno?
Il tour proseguirà il 16 luglio a Villafranca (VR), 17 luglio a Cinquale (MS), 21 luglio a Cagliari, 23 luglio a Riol Sardo (OR) e via per tante date fino al 4 settembre (a Plan de Corones, provincia di Bolzano).
Massimiliano Beneggi