Joe Barbieri, i miei 30 anni di musica li festeggio a partire da Milano e Napoli -INTERVISTA

“30 Anni Suonati” è il titolo del nuovo tour che ripercorrerà l’itinerario artistico di Joe Barbieri, mettendo in scaletta per la prima volta accenni ai suoi brani d’esordio oltre ad alcune canzoni mai o poco eseguite prima d’ora dal vivo, il tutto sostenuto dall’irrinunciabile presenza di molti tra i maggiori successi del cantautore napoletano. Sul palco, oltre a Joe (con la sua voce e la sua immancabile chitarra), prenderanno posto Pietro Lussu (pianoforte), Bruno Marcozzi (percussioni e batteria) e Daniele Sorrentino (contrabbasso).

L’inizio del tour sarà anticipato da un’anteprima giovedì 6 ottobre al al Teatro Filodrammatici di Milano (all’interno del programma del prestigioso JazzMi Festival) dove Barbieri arriverà per un doppio set, alle 19:00 e poi alle 21:00, per poi spostarsi venerdì 7 ottobre al Teatro Acacia di Napoli dove Joe sta preparando un “unicum”, una notte speciale alla quale prenderanno parte alcuni colleghi (tra i primi a confermare la propria presenza Peppe Servillo, Mario Venuti, Tosca, Serena Brancale e Nino Bonocore) che hanno costellato con la loro amicizia e le loro collaborazioni la carriera di Barbieri.

Il prossimo 7 ottobre, vedrà la luce “Tratto Da Una Notte Vera”, il tredicesimo disco del musicista napoletano – traduzione in forma di live dell’album in studio uscito lo scorso anno dal titolo “Tratto Da Una Storia Vera” – registrato lo scorso dicembre durante un concerto al Teatro Forma di Bari. Ci racconta tutto in questa intervista lo stesso Joe.

Cosa rappresenta un concerto che racconta trent’anni di carriera? Non proprio una cifra che tutti raggiungono…

Da una parte mi fa un certo effetto: ripensare a questi anni tutti in fila, mi fa capire che di acqua sotto i ponti ne è passata. In tutta onestà sono stati anche 30 anni trascorsi sempre al presente: punto sempre all’oggi e al massimo all’immediato futuro, con una progettualità del tutto viva e piena di cose da poter fare e sfizi da potermi togliere.

Sarà più un bilancio della tua carriera o un festeggiamento?

Un po’ tutti e due, ma sicuramente un festeggiamento che ho voluto in una doppia chiave. Il tour si snoderà in tante città e darà luogo a un disco dal vivo. Il mio legame col pubblico che nel corso del tempo ha deciso di legarsi alla mia musica è fondamentale, profondo: in molti casi si interseca con un rapporto di amicizia. Anche per questo tenevo a creare un documento che rimanesse nel tempo. Nel 2010 realizzai già un disco dal vivo e fu una bellissima esperienza. In questi ultimi 12 anni sono usciti altri 6 album: volevo quindi ci fosse una sorta di “fotografia di gruppo” che mettesse insieme alla mia voce anche quella di chi ha sempre partecipato a questi eventi. Chissà, potremmo pensare a un altro simile tra altri 10 anni.ù

Sono passati tanti anni dal tuo ultimo Sanremo (nel 2000). Il vero Joe Barbieri, però, forse si è espresso altrove, in contesti che gli hanno permesso di realizzare qualcosa che avesse davvero “il gusto della musica”.

Le esperienze al Festival mi colsero da ragazzo: nella seconda occasione avevo 27 anni. Fu una possibilità di scoprire l’indipendenza discografica e artistica. La mia discografia in effetti la considero da quel momento in poi, nonostante prima ci fossero stati due album prodotti da un certo Pino Daniele (il primo dei quali proprio il 7 ottobre 1992). Indubbiamente, però, è stato dopo che ho potuto esplorare ciò che più mi appartiene.

A Napoli, nel giorno in cui uscirà l’album Tratto da una notte vera, sarà “una festa esagerata”, per dirla alla Salemme. Il 6 a Milano, invece, non ci saranno ospiti.

Sarò da solo con la mia band di jazzisti, suonando le canzoni degli ultimi vent’anni della mia carriera, ma facendo anche una regressione quasi psicologica fino ai primi brani, che non interpreto ormai dagli anni ’90. Cercheremo quindi di prendere qualcosa anche dal mio repertorio più raro lasciando spazio all’improvvisazione.

Come mai si parte da Milano?

E’ stata una grande opportunità nata all’improvviso e che non immaginavamo: quando è arrivata la proposta del JazzMi, che è un festival meraviglioso, per un evento al Filodrammatici, vero gioiellino di teatro, è emersa una somma che faceva un totale al quale non si poteva rinunciare. Tra l’altro manco da Milano da un lustro, non vedo l’ora di tornare!

La dedica alla tua Napoli però non manca mai anche nei concerti delle altre città.

Assolutamente, quella canzone la faccio sempre perché Napoli mi appartiene e io appartengo a Napoli.

Il nuovo album, Tratto da una storia vera, si apre con Niente di grave: un meraviglioso modo di coniugare la poesia di Montale a quella più popolare, la musica. Come è nata?

A volte ci sono giochi di vasi comunicanti tra varie forme d’arte in maniera inconscia, nulla di premeditato. Montale è in assoluto il mio poeta preferito, quindi non mi è difficile pensare che quella poesia abbia trovato il modo di trasferirsi in una mia canzone. Niente di grave è una suggestione che molto modestamente ho cercato di trasformare in un brano musicale con Jaques Morelenbaum.

Massimiliano Beneggi