È in scena fino al 30 ottobre, al Teatro Franco Parenti di Milano, la deliziosa commedia A spasso con Daisy, (produzione Associazione culturale spettacoli teatrali) di Alfred Uhry, con Milena Vukotic, Salvatore Marino e Maximilian Nisi. Ecco la nostra recensione.

IL CAST
Milena Vukotic, Salvatore Marino, Maximilian Nisi. Regia di Guglielmo Ferro
LA TRAMA
Daisy è una anziana ex insegnante ebrea dal carattere deciso e orgoglioso, con una mentalità piuttosto chiusa e impermeabile rispetto a ogni tipo di diversità e novità. Gelosa delle sue cose, non permetterebbe mai a nessuno di intromettersi nella sua privacy. La smania di indipendenza è talmente forte che non la rende consapevole di essere persino pericolosa alla guida. Per questo il figlio Boolie le affida un autista per le sue commissioni, che Daisy inizialmente rifiuta categoricamente. Le ragioni sono diverse: non vuole che qualcuno possa pensarla una donna ricca, ritiene di essere all’altezza per fare tutto da sola seguendo il suo istinto e le sue abitudini e, non da ultimo, sembrerebbe avere qualche pregiudizio di troppo nel confronti delle persone di colore. Esattamente come è Hoke, l’autista scelto da Boolie. L’uomo è un umile signore di età avanzata, spinto da ottime referenze. Con infinita pazienza e altrettanta sagace ironia, riesce a smussare piano piano il carattere spigoloso di Daisy, facendone cadere le radicali convinzioni. Compresa quella che vorrebbe le persone di servizio intente a rubare nelle case di chi offre loro un lavoro. Ogni spostamento in giro per la città, diventa per entrambi l’occasione di raccontarsi reciprocamente segreti e fragilità. Perché Daisy vuole fare sempre la stessa strada, accompagnata costantemente dalla stessa auto? Perché Hoke porta con sé un fazzoletto che annusa di tanto in tanto? Emergerà tutto con delicatezza e discrezione, in un rapporto che va via via trasformandosi. E mentre Daisy scopre in Hoke una sensibilità e un’empatia mai viste nemmeno nel figlio, l’autista imparerà a leggere grazie all’aiuto della signora che accompagna tutti i giorni. I due invecchiano, ma il tempo peggiora le condizioni fisiche per migliorare l’amicizia e le persone stesse…
LA MORALE
Ogni viaggio, anche il più breve, è sempre un’avventura, destinato a migliorarci. Ciascuno di noi ha le proprie qualità, ma fare tutto da soli sarebbe impossibile: è proprio la scoperta di questo che ci permette di superare ostacoli e dare svolte evolutive alla nostra vita. Lasciarsi aiutare non fa venire meno le proprie capacità, né rappresenta un insulto all’intelligenza morale. Anzi, il valore dell’amicizia è tutto in quel supporto reciproco, molte volte non richiesto e spesso più forte di quello che possano dare parenti distratti. I ricordi più belli del proprio passato non solo restano intatti, ma assumono addirittura maggior importanza se vengono condivisi con chi sa ascoltare. Insieme si diventa migliori e il motivo per cui Hoke da anni serve le famiglie ebree è proprio in quel sentimento di unità che emerge tra popolazioni vittime di pregiudizi e odio razziale.
IL COMMENTO
La Sala Grande del Parenti è piena e gli applausi durano a lungo: ancora una volta Andrée Ruth Shammah ha saputo scegliere un prodotto di qualità assoluta. La storia di A spasso con Daisy è arcinota grazie al film vincitore di quattro Oscar, con Jessica Tandy e Morgan Freeman, eppure appassiona, diverte e commuove ancora con straordinaria partecipazione. Ci sono tanta ironia e infinita poesia in questo capolavoro, nato non a caso proprio a teatro. L’unica colorata e rassicurante cornice di scena, disegnata da Fabiana Di Marco, non impedirà al pubblico di immaginare diversi ambienti, grazie ad accorgimenti studiati ad hoc con la fantasia tipica del palcoscenico. La colonna sonora di Massimiliano Pace sottolinea la dolcezza di questo testo che non smette di raccontare argomenti attuali: la volgare ostentazione del denaro, i pregiudizi, l’amicizia. Vale la pena spegnere i cellulari per godersi un’ora e mezzo di vita, attraverso uno spettacolo pieno di ritmo, che lascia sulle labbra del pubblico un piacevole sorriso dall’inizio alla fine.
IL TOP
L’energia e l’ironia con cui Milena Vukotic impersona un ruolo così prezioso e ricco di sfaccettature, basterebbero già a raccontare un tempo che non fa mai invecchiare: evidentemente il teatro fa bene. Daisy, così precisa, puntigliosa e adorabile, sembra un personaggio scritto da Uhry proprio pensando alla Vukotic, che entra nella parte con straordinaria immedesimazione. La sua eleganza nel modo di parlare e nei gesti rappresenta uno dei motivi per cui questo spettacolo è cultura, da apprendere e portare a casa facendone buon uso.
LA SORRPESA
Salvatore Marino è conosciuto in televisione e al cinema soprattutto per la sua pungente comicità fatta di articolati giochi di parole. Nel ruolo di Hoke non fa mancare l’inevitabile umorismo, ma sorprende in un modo di recitare che il pubblico non è abituato a conoscere. Mette intensità, con un personaggio che più che toccare certi temi importanti sembra sfiorarli, lasciando al pubblico la possibilità di rifletterci come preferisce. Nel finale ci si commuoverà insieme a lui. Ma in questa commedia rischia, che mette al centro il rapporto tra Hoke e Daisy, rischia di non essere raccontato il personaggio di Boolie, il figlio dell’anziana signora, che qui assume il volto del bravissimo Maximilian Nisi. Un ruolo ambiguo, a metà tra chi pensa con concreta attenzione alla vita della madre e chi vive nell’indifferenza totale dei sentimenti, lasciandosi coinvolgere dal pensiero di una compagna egoista. Nisi, trasmettendone la parte più vicina ai problemi quotidiani di ognuno, sa rendere questo figlio un personaggio simpatico di cui si apprezzano pregi e difetti. Perché, in fondo, quegli atteggiamenti di Boolie ci appartengono molto più di quel che crediamo.
Massimiliano Beneggi