Giovedì 25 novembre, al Teatro Manzoni di Milano, andrà in scena BIS!, il nuovo spettacolo, inserito nel cartellone Ridere alla grande, che vede protagonista Francesco Cicchella. Sarà l’occasione per godersi un grande artista, carico di energia e di talento, tra musica, ballo e imitazioni. Uno show diretto dallo stesso Cicchella che, con Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis, ha pensato e scritto un evento tutto rivolto al pubblico che lo segue sin dai tempi di Made in Sud e che ora avrà modo di applaudirlo anche per le tante sorprese che emergeranno.

Francesco, con questo BIS! proporrai i tuoi cavalli di battaglia nelle imitazioni, da Massimo Ranieri ad Achille Lauro, ma ti trovi a provare anche personaggi inediti davanti a una platea teatrale: una bella sfida. Qualche anticipazione?
Come nella mia consuetudine, oltre ai personaggi che ho già proposto in tv e alle performance già viste, riserverò al pubblico una grande quantità di materiale nuovo. Mi esalta l’idea che chi entra in sala abbia un’immagine di me e scopra soltanto durante la serata anche tante altre cose, conoscendomi dal vivo. Credo sia questa la magia del teatro. Posso dire che ci saranno un’esilarante parodia di Tony Servillo ma anche tanti altri numeri in cui Francesco non avrà la maschera e non vestirà i panni di altri artisti. In questo mio secondo spettacolo teatrale, racconto aneddoti e gioco con la musica, il mio primo vero amore sin da giovane, che mi piace tenere sempre al servizio della risata.
Un one man show che non ti vede però proprio solo sul palcoscenico.
Esatto: si rivive un po’ l’atmosfera di un varietà. Ci saranno la mia fedelissima spalla Vincenzo De Honestis, una band di otto elementi capitanata dal Maestro Paco Ruggiero e due ballerine, Naomi Buonomo e Giusy Chianese, dirette dalle coreografie di Margherita Siesto.

Nei tuoi racconti quindi ci sarà un fil rouge autobiografico?
Sì, in qualche modo mi confesso davanti alla platea, raccontando di come iniziai a fare le imitazioni da quando avevo meno di tre anni. Avevo scoperto che gli adulti ridevano a ciò che proponevo e questo mi gasava tantissimo: già dalle elementari, mi piaceva sorprenderli e divertire la gente. La cosa poi mi sfuggì di mano: arrivai a fare imitazioni persino durante le interrogazioni a scuola!
Che studente eri?
Anomalo per la carriera che poi ho intrapreso. Molti comici raccontano che andavano male a scuola, io invece mi diplomai con il massimo dei voti al liceo classico, ma ero comunque uno di quelli che faceva più casino! Li facevo ridere tutti, riuscendo a rimanere serio a mia volta.
Chi vede un tuo spettacolo a teatro ha la sensazione di non vedere solo un protagonista durante la serata, ma tante personalità. Capita anche a te di sentirti accompagnato sul palcoscenico da altri personaggi, oltre alla band e agli artisti di cui parlavamo prima?
Sì, anche se quando mi calo nei personaggi lo faccio lasciandoci sempre una buona parte di me stesso. Non mi estraneo da Francesco Cicchella per entrare completamente nell’artista imitato: faccio dei ritratti personali di chi scelgo di parodiare. Le mie diventano caricature. Lo spettatore vede, quindi, tante persone sul palco, ma in ognuna di loro ritrova sempre Francesco presente. Mi diverte questo gioco su una linea sottile tra l’essere credibile nei panni del personaggio ma senza mai tradire me stesso.
C’è mai stato qualcuno che si è offeso per l’imitazione che gli hai dedicato?
No! (ride, ndr). O almeno…non me l’hanno detto! Quando ho conosciuto personaggi che ho imitato mi hanno sempre fatto grandi complimenti, forse perché non sono mai offensivo, cerco di essere sempre garbato anche quando carico un po’ di più la battuta. Poi proponendo soprattutto imitazioni dei cantanti, mi sento di dire che probabilmente gli rendo anche un po’ di giustizia vocalmente. Questa è la mia speranza per cui lavoro ogni volta affinché accada.

Si va verso il tutto esaurito al Teatro Manzoni di Milano, dove Ultimo non è mai stato. Se lo vedi gli potrai dire: “Tu l’hai mai riempito il Manzoni?”
Lo farò! Sono orgogliosissimo di questa serata a Milano e non vedo l’ora! Gli ultimi biglietti li abbiamo venduti proprio pochi giorni fa, una gioia immensa.
Ora tocca tutto quel che ti vuoi, anche ciò che non si può dire, ma se il Napoli in questa stagione dovesse vincere lo scudetto, hai già previsto qualcosa per una festa che mano a mano sembra diventare sempre più possibile?
Qualche giorno fa mi è venuto in mente quando Checco scrisse la canzone “Siamo una squadra fortissimi” e l’Italia, un mese dopo, vinse il Mondiale. Ho pensato che se accadesse una cosa del genere che non oso nemmeno pronunciare, bisognerebbe onorarla allo stesso modo. Poi, però, ho abbandonato subito il pensiero: la scaramanzia ha preso il sopravvento. Ora che mi ci fai ripensare, credo sarebbe bello fare una grande festa in piazza Plebisicito con tutti gli artisti più rappresentativi della nostra città che potrebbero condividere il palcoscenico. Sarebbe la seconda volta che meritiamo sul campo la vittoria, dopo l’annata favolosa con Sarri. I festeggiamenti durerebbero almeno una settimana, quindi ci vorrebbe una giornata intera di spettacolo, dal mattino alla sera, dedicata al Napoli. Sono poche ormai le occasioni in cui questo accade: gli artisti napoletani, purtroppo, hanno un po’ perso la tendenza a fare squadra come accadeva un tempo e succede ancora in altre parti d’Italia. Il calcio potrebbe aiutare a riunire tutti!
Massimiliano Beneggi