Grande successo di pubblico anche quest’anno al Teatro Arcimboldi di Milano per Lo schiaccianoci (produzione Accademia Ucraina di Balletto) con le musiche di Petr Il’ic Cajkovskij. Dopo la prima giornata, in doppio orario pomeridiano e serale, è in arrivo un altro sold out per questo pomeriggio alle 16 (prove aperte alle 11 al simbolico prezzo di 5 euro). Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Yolanda Correa, Michal Krcmar, la compagnia AUB.

LA TRAMA

La sera della vigilia di Natale, a casa Stahlbaum sono invitati diversi amici con i rispettivi figli. A intrattenere la festa c’è il signor Drosselmeyer, un abile e divertente prestigiatore che porta doni a tutti i bambini incuriositi da questo misterioso personaggio armato di mantello. Costui è lo zio di Fritz e Clara, ed è proprio a lei che regala uno schiaccianoci di legno raffigurante un soldatino, a cui la piccola si affeziona da subito. Dopo la serata ricca di balli e festa, Clara cade nel sonno seduta su una poltrona. Ne nasce un sogno dove lo schiaccianoci prende vita, diventando generale di un esercito di soldatini (i giocattoli di Fritz) che deve affrontare una battaglia contro un esercito di topi, guidati da un temibile Re Topo. Lo schiaccianoci appare in affanno, destinato a perdere la battaglia. Ci pensa Clara, divenuta donna e cresciuta quindi proprio come tutti i pupazzi di casa, ad abbattere il Re Topo lanciandogli contro una scarpetta. Ecco che lo schiaccianoci si trasforma in principe. Clara e il principe vanno insieme verso il Palazzo Reale, dove saranno coinvolti in una festa a ritmo di valzer. Fino a quando, nel mondo vero, non finisce la notte…

LA MORALE

Un sogno ci lascia immaginare il mondo reale ancora più bello di quel che sia, per dare un senso più poetico e fantasioso al nostro vissuto. Tutti abbiamo diritto a credere in qualcosa di più bello e sentirci principi e principesse, anche quando ci siamo risvegliati. In effetti è il sonno ad avere durata limitata, ma non il sogno. Tutto ciò che si vive, viene rielaborato dalla nostra mente affinché possa trovare respiro il finale migliore che desideriamo. E non è detto che i sogni debbano rimanere tali: sono veri, purché vivano dentro di noi. Ecco allora che il litigio col fratellino, intento a distruggere per dispetto lo schiaccianoci, sollecita Clara a idealizzare uno schema di battaglia, dove il suo pupazzo preferito sarà coalizzato insieme ai giocattoli del fratello. Nella difficoltà, vince la solidarietà. Così, la festa danzante vissuta a casa Stahlbaum coinvolge talmente l’animo di Clara da immaginarsi a una festa ancor più bella, fatta di soli balli di valzer. Anche al risveglio, di nuovo bambina, il pensiero va tutto a quel principe: in fondo, da quel momento, comprende di essere già una principessa.

IL COMMENTO

Una meravigliosa favola diventata un classico irrinunciabile a Natale. Scritto da Ernst Hoffman e rielaborato da Alexandre Dumas, quindi immaginata per il palcoscenico dai coreografi Marius Petipa e Lev Ivanov, Lo schiaccianoci ha ormai più di 200 anni, ma non smette di regalare emozioni. La storia, metafora della nostra capacità di sognare, pone in una atmosfera di rilassatezza e di pace, che in questo momento sembra il vero sogno per tutto il mondo. Anche per questo assume ancor più significato il balletto prodotto dall’Accademia Ucraina di Balletto, formata da elementi di talento assoluto che lasciano sorrisi e bocche aperte nel pubblico. Adulti e bambini sono coinvolti, tanto sul palcoscenico quanto in platea, dove non si sa se siano i genitori ad accompagnare i figli a teatro o viceversa. Forse entrambi si fanno un regalo a vicenda: il Natale è anche questo, riscoprire la magia a teatro insieme alla famiglia con una storia incredibile, bellissima da raccontare e piena di significato. Le musiche di Cajkovskij (alcune delle quali di popolarità assoluta) accompagneranno in questo viaggio con la fantasia, dove in fondo la narrazione diventa quasi solo un pretesto per assistere a una serata che inebria occhi e orecchie. Se tutto questo si unisce alla poesia della danza e a quei movimenti ampi, balli sulle punte e giravolte, ecco che il Natale torna ad essere un sogno realizzato anche per ogni adulto. Si esce dal teatro con una netta sensazione: tutto è possibile. Ora più che mai abbiamo bisogno di un messaggio come questo.

IL TOP

Yolanda Correa, nel ruolo di Clara adulta, è di fatto la vera protagonista a dispetto del titolo dell’opera. La sua accoppiata con Krcmar è qualcosa di sublime. I due si intendono a meraviglia, non smettono di sorridere e quel che più è bello è che non lo facciano solo rispetto al pubblico, ma anche tra di loro. Sintomo di un’intesa coinvolgente, che lascia sbalordito chiunque per la rapidità di certi gesti, e soprattutto di alcune prese al volo senza incertezza. Non si tratta solo di professionalità del mestiere (che oggi già non sarebbe poco, in un mondo che tende a valorizzare sempre meno artisti puri), ma anche di passione totale e vissuta: solo così si vince l’emozione inevitabile di una prima serata agli Arcimboldi di Milano. Anche questa, è bello che non venga nascosta: l’applauso finale a tutto il cast risulta così ancor più sentito ed empatico.

LA SORPRESA

Ogni volta che si apre il sipario e cambia la scenografia (realizzata nel rispetto della tradizione degli scenografi di Odessa) ci si lascia abbracciare da una magia che permea l’intera serata. Tutto è grandioso e spettacolare: l’albero di casa Stahlbaum, il paese di montagna, la neve che chiude il primo atto. Lo schiaccianoci è davvero la sintesi del Natale e questa produzione la sa trasmettere alla perfezione. Si faccia attenzione alla cura dei dettagli, ai suoni allegorici degli oggetti e agli occhi dei bambini e delle bambine sul palcoscenico: non perdono un attimo la concentrazione, mantenendo vivo il trasparente entusiasmo per quella che è una grande festa. Si rimane incantati nel vedere il talento dei più piccoli, come nel colore regalato dal movimento dei vestiti delle ballerine. Tanto ritmo e tanto da imparare, sotto il profilo morale, da questo spettacolo.

Massimiliano Beneggi