È in scena al Teatro Nazionale di Milano, fino al 12 febbraio, We Will rock you – Il musical (produzione Barley Arts). Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Martha Rossi, Damiano Borgi, Natascia Fonzetti, Salvo Bruno, Alessandra Ferrari, Mattia Braghero, Massimiliano Colonna. Regia di Michaela Berlini

LA TRAMA

Anno 2223. Il mondo è ormai abitato da gente omologata e incapace di distinguersi per la propria personalità. Nessuno può più pensare quello che vuole, avere creatività, né immaginare una musica diversa da quella che si ascolta ora. Tutto deve passare dal controllo delle “grandi menti” che ci governano, costringendoci a essere replicanti che usano soltanto i social e le piattaforme web. Improvvisamente arriva da un pianeta sconosciuto un tale Galileo Figaro. Il nome apparentemente buffo nasconde un’intelligenza sopraffina che nessuno può comprendere in un mondo che ha dimenticato persino l’abitudine di tramandare la storia. Il ragazzo è disorientato, in cerca di una identità, quasi goffo in un mondo che non gli appartiene. Ha una peculiarità: di notte sogna situazioni e melodie completamente diverse da quelle che ascolta la massa. Di giorno parla con frasi che rievocano successi musicali di duecento anni prima. Gli verrà detto che si tratta di testi proibiti. Scopre però di non essere da solo: incontra infatti una ragazza, a cui attribuisce il soprannome di Scaramouche, ripudiata anch’essa dalla società in quanto pensa con la sua testa. Tra i due nasce un’amicizia sempre più intensa ed ecco che, incredibilmente, si presentano davanti a loro altri ragazzi considerati ribelli: sono i Bohemians. Ascoltano rock, credono nell’amore e nella libertà. Se mai riusciranno a suonare la loro rapsodia, vorrà dire che il mondo da sempre immaginato non sarà più utopistico.

LA MORALE

Tante, troppe piattaforme nate per facilitare la comunicazione. Solo che, così facendo, si è appiattito anche il mondo e si è perso il senso della musica intesa come arte. Tutto é meramente commerciale, senza preoccuparsi dell’originalità né tantomeno della qualità. Lo diciamo da sempre: l’amore e il rock salveranno il mondo. Ecco, la musica dei Queen è quell’avanguardia che li unisce entrambi, riuscendo a essere ancora immensamente attuali. Anche nel 2223.

IL COMMENTO

19 elementi sul palcoscenico cantano e ballano con un’orchestra dal vivo, accompagnando la storia in una dinamica che la rende ancor più vivace e concreta. La vita vera contro quella del metaverso. Il vinile e il vhs contro le app e i video sui tablet. Per raccontare tutto questo, la regia adotta un filo narrante significativo: le persone sono tutte replicanti, con medesima voce e identici gesti. Non hanno nomi, perché non occorrono in una società che si interessa dell’appartenenza a gruppi costruiti e non di quella individuale a una personalità precisa. La musica dei Queen non è il solito pretesto per creare la storia: sono una colonna sonora autentica, completa. Ci sono tutti i migliori brani della rock band, per la prima volta interpretati anche da voci femminili, e anche qualche pezzo più nascosto. Ammesso che esistano canzoni di Mercury & co poco famose. Resta che non si cerca ad ogni costo di forzare il rapporto tra i testi e la storia: questo è un privilegio che spesso nelle produzioni italiane ci dimentichiamo di adottare.

IL TOP

La voce di Martha Rossi è incredibile. Rock, melodica, potente e dolce nello stesso tempo. Straordinaria a cantare, ma eccellente anche come attrice, ruolo in cui diverte e si diverte. Che dire? Quando si nota la passione di un’artista, quella arriva immediatamente al pubblico. Tutto il gruppo, per la verità, è davvero formidabile. Coreografie curate perfettamente e voci importanti, non faranno certo dimenticare i Queen. Tuttavia, si esce dal teatro senza fare un raffronto con la voce di Mercury. Non vi è nemmeno il tentativo di imitarlo. Semplicemente viene cantato con passione e grande talento: l’omaggio migliore che si possa fare a una leggenda come lui.

LA SORPRESA

Il pubblico batte le mani, canta, scuote testa e gambe per tutto lo spettacolo. Non è difficile sentire vibrare il pavimento del Nazionale e la causa non è certo la metropolitana che passa sotto. Alla fine tutta l’energia del pubblico si interseca con quella del palcoscenico, cantando tutto insieme We Will rock you. Ci sono diverse generazioni, ma soprattutto chi ha vissuto davvero gli anni dei Queen. In platea c’è anche chi non ti aspetti: Renato Pozzetto, il contadino con l’anima rock.

Massimiliano Beneggi