La prima serata del Festival di Sanremo 2023 è andata. In attesa dei dati Auditel (del tutto ininfluenti ai fini del giudizio sullo spettacolo) possiamo intanto parlare di quello che ha offerto il debutto di questa edizione dal punto di vista televisivo.
Debutto emozionante con Mattarella che si prende l’applauso dell’Ariston e Morandi che canta l’inno. Poi arriva Benigni: fa il comico per cinque minuti, quindi si erge a professore in difesa dell’articolo 21 della Costituzione e rievocando quanto fosse stato negativo il fascismo. Inattaccabile ma eccessivamente lungo. I tempi in cui Benigni creava qualcosa di imprevedibile e simpatico sono finiti da vent’anni. Poi inizia il vero Festival. Canzoni più o meno brillanti (bene Mr. Rain, Mengoni, Cugini di Campagna, e anche Ultimo se non urlasse rischiando la stonatura) in mezzo a uno show dai ritmi un po’ lenti a tratti. Sembra in certi casi che si debba tirare a tutti i costi per le lunghe. Anche a classifica provvisoria annunciata, infatti, ci si collega con Fiorello che di lì a poco presenterà il Dopo Sanremo. Momenti morti, silenzi inutili che ricordano quelle telefonate in cui nessuno degli interlocutori sa più cosa dire ma siccome dispiacerebbe a entrambi salutarsi, allora ci si intrattiene sul nulla. Solo che sono quasi le due di notte. Basterebbe ridurre quei momenti e concentrarsi sullo show. A proposito di classifiche, resta un mistero cosa sia piaciuto di Elodie alla sala stampa: ricordiamo sempre che le sue canzoni si ascoltano, non si guardano soltanto. Solita canzone brutta, eppure è seconda dietro a Mengoni. Ultima Anna Oxa, che ha uno dei testi più belli e non viene capita. O meglio, viene affossata da chi vota. Tra gli ospiti, bene Pelù, male Salmo (si butta nella piscina col microfono), malissimo Blanco (è decisamente il Festival della diseducazione e degli sprechi), teneri i Pooh. Si soffre insieme a Facchinetti ormai quando le note si alzano troppo. Però sono belli insieme e inimitabili. Proprio come le loro canzoni. Un dubbio. Chissà se dietro le quinte Fogli e Silvano Michetti dei Cugini di Campagna, dopo le loro eliminazioni dai reality in tempo zero per bestemmie, hanno recitato insieme un’Ave Maria.

Passiamo ai conduttori.
Inutile soffermarsi sul sempre pacato Amadeus, eccellente direttore artistico: piaccia oppure no, lui è sempre lo stesso dal 2020. Solo che ora ha acquisito maggiore convinzione. Non solo può condurre il Festival senza Fiorello, ma non gli è nemmeno necessaria la presenza dei co-conduttori. Gianni Morandi, infatti, è quasi sacrificato nel suo ruolo di ospite musicale fisso, che vorrebbe (forse dovrebbe) ma non può intervenire con la medesima padronanza del 2011. All’epoca era lui il conduttore principale e direttore musicale della manifestazione. Oggi ha un ruolo sicuramente più marginale. Vero è che la sua presenza non è un supporto così fondamentale per Amadeus. Peccato: la sua simpatia meriterebbe più spazio. Invece la conduzione di questa prima serata ruota tutta intorno a Chiara Ferragni (col solito cliché della donna che deve bacchettare gli uomini).
Non tanto nell’effettiva partecipazione dell’influencer, quanto in ciò che rappresenta la sua figura. Impartisce lezioni di social a uno come Amadeus che fino a ieri sera aveva solo un profilo di coppia con la moglie. Insomma tra un po’ se non te ne frega nulla dei reels, delle stories e di tutta una serie di indotti dai social, sei uno sfigato e ti devi sentire anche un po’ in colpa. L’accettazione di questo linguaggio anche sul palco dell’Ariston è una sconfitta: non è la tv a doversi assoggettare al web, ma viceversa. È sempre stato così e sarebbe opportuno mantenere questo rapporto. Sanremo ferragnizzato, con la protagonista che si autoincensa continuamente, è inopportuno. Amadeus infatti, di fronte al numero di followers che crescono in un attimo sul suo nuovo profilo Instagram creato dalla Ferragni in diretta, ammette “È il potere di Chiara”. Lei, a mezza voce, incerta se portarsi a casa tutto il complimento o solo una porzione, sussurra “No, in questo caso anche del Festival”. Lo fa con un tono talmente compassionevole che farebbe meglio a non dire nulla, anziché mettersi in cattedra. Come in tutto il resto della puntata.
Non poteva essere altrimenti: d’altra parte la voce della ragazza è talmente sgraziata e poco incline all’intrattenimento, che la tv non saprebbe che farsene di una così. Tuttavia, da anni Amadeus la voleva al suo fianco per realizzare l’edizione più social di sempre. I numeri gli daranno certamente ragione, ma in una società frastornata dalla necessità di fare sempre i grandi numeri, sarebbe interessante per una volta concentrarsi sulle canzoni più che sulla quantità di pubblico.
È proprio il motivo per cui la Ferragni si presenta quest’anno al Festival. Voce tremante, chiamata a recitare un monologo sulle donne e la necessità di credere nelle loro battaglie, la Ferragni è scontata anche nella scelta del testo (significativo) che propone. Fintamente trasgressiva con vestito che disegna il suo corpo nudo riprodotto fedelmente, per poi dire: “Tranquillizzo tutti, non è un vestito trasparente”. Il buon gusto rimane ugualmente fuori dalla testa di una che ha anche una sua linea di abbigliamento. Linea costosissima che lei non veste. Insomma la Ferragni è il primo flop di questo Festival: talmente artefatta da non rischiare nemmeno mezzo errore. Inespressiva. Incolore. Persino immorale, nel momento in cui preoccupa palesemente solo di far crescere lo share e i followers. Fior di imprenditori (si pensi anche a Berlusconi) quando vanno in tv sanno anche fare show, senza necessità di parlare unicamente dell’indotto del denaro. Lei è ossessiva. E poi basta fare l’esegesi della sua famiglia. La conosciamo già a memoria la sua storia e, francamente, non è più interessante di quella del nostro dirimpettaio che ha una famiglia felice ma non sente la necessità di condividere video e foto anche delle minzioni minuto per minuto. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: per tre serate ora ci saranno altre donne sul palcoscenico. Chiara la ritroveremo solo sabato, quando i ritmi saranno più serrati e forse ci sarà meno tempo per parlare di cose che non siano la musica (quell’argomento di cui nessuno si intende a casa Ferragnez).