Margherita Graczyk è una direttrice d’orchestra che conosce bene il Festival di Sanremo avendolo frequentato costantemente tra il 1995 e il 2006. Tra gli artisti da lei diretti anche Carmen Consoli, Gianluca Grignani, ma soprattutto Elisa (Luce), Gazosa (Stai con me) e Povia (Vorrei avere il becco) che valsero due successi tra i Big e uno tra i Giovani. A volerla prima di tutti gli altri, su quel palcoscenico, fu Toto Cutugno nel 1995.

Era l’anno di Voglio andare a vivere in campagna: Cutugno chiamò quindi la direttrice polacca che rappresentava, così, la prima donna a dirigere l’orchestra nella storia del Festival di Sanremo. In questa giornata in cui festeggiamo gli 80 anni di Toto, Margherita Graczyk ci racconta così quell’esperienza. Clicca qui per ascoltare l’intervista completa.

Come mai scelse te?

Toto cercava sempre cose molto nuove, strane. Chiese illuminazioni a una persona che credeva molto in me, Antonio Nocera, che era direttore di palcoscenico. Antonio gli disse: “Conosco una molto brava. Se vuoi un’idea nuova, potresti prendere una suora, oppure Margherita!”. Infatti mi raccontarono che Toto mi voleva addirittura far vestire da suora (ma lui di persona non me lo ha mai confermato).

Chi aveva inventato quel coro iniziale nel silenzio dell’orchestra? Tu o Toto?

Tutta opera di Toto. Io avevo collaborato per rendere maggiormente quel mistero iniziale dove c’era una specie di vuoto. Doveva emergere come una sorpresa, e venne spontaneo realizzarlo così.

Quella canzone non arrivò seconda, ma diciassettesima, però ebbe un grandissimo successo al pari delle altre. E’ vero che voleva arrivare ultimo?

Si classificò terz’ultimo ed era incazzato nero! Era stufo di arrivare sempre secondo, quindi voleva classificarsi primo o ultimo: da un lato o dall’altro, l’ultimo è comunque sempre primo.

All’epoca c’era scetticismo nell’ambiente circa la presenza di una donna come direttrice d’orchestra. Quanto sono cambiate le cose trent’anni dopo?

Non vedo altre donne. A Sanremo qualcuna è solo passata e svanita; a volte ci sono state moglie, compagne di uno o dell’altro, ma è finito tutto lì. L’ambiente è rimasto molto maschile: o si diventa uomini oppure una donna autoritaria che dirige uomini è sempre difficile. Non è cambiato niente.

Come mai Toto piace così tanto all’estero?

Perché è un bell’uomo, vero, italiano. Gli italiani piacciono molto all’estero.

Sarà orgoglioso Toto.

Lui è uno strafigo! Preciso che non ho avuto alcuna relazione con lui, ma è un bellissimo uomo, piace perché rappresenta l’Italia, l’accoglienza e il calore che piacciono molto!