Andiamo a vedere la nuova stagione del Teatro Carcano di Milano, che comincerà l’11 ottobre, componendosi di 28 titoli in cui trova ampio spazio la drammaturgia contemporanea, oltre ai classici rivisitati in chiave attuale, spettacoli al femminile per interpretazione e tematica, incursioni musicali, un’opera d’arte partecipata dai cittadini e un’opera lirica con orchestra dal vivo.
Torna ad essere importante l’impegno produttivo del Teatro Carcano che nella
stagione 2023/2024 si declina in ben undici titoli, tra produzioni e coproduzioni.
L’inizio di stagione è affidato all’inedito riallestimento de La tragédie de Carmen
(coproduzione Teatro Carcano, Conservatorio G. Verdi di Milano in collaborazione
con NABA – Nuova Accademia di Belle Arti) di Peter Brook, Jean-Claude Carrière,
Marius Constant a cura di Serena Sinigaglia.
Un’apertura di stagione che annuncia subito i temi cari alla direzione
artistica: centralità dello sguardo femminile, trasversalità di generi e forme artistiche,
partecipazione, formazione, esercizio e stimolo della libertà di pensiero.
Il programma prosegue infatti con l’interpretazione di Lella Costa di Giovanna: la
pulzella, la fanciulla, l’allodola, testo scritto da Gabriele Scotti con Lella Costa,
realizzato lo scorso anno per il Festival Verdiano (coproduzione Teatro Carcano /
Società dei Concerti di Parma). Un lavoro di tessitura delle tante biografie, anche
molto discordanti tra loro, che hanno ritratto Giovanna d’Arco, per arrivare alla
sintesi più inconsueta, anche dal punto di vista musicale, delle partiture verdiane,
affidata a una coppia di virtuosi del piano, il Faccini Piano Duo.
Inizieranno poi le prove per portare in scena in dicembre la seconda parte dell’opera
partecipata El Nost Milan, progetto triennale coprodotto insieme a ATIR, ispirato
all’omonima commedia di Carlo Bertolazzi, un classico del teatro milanese che
debuttò nel 1893 proprio al Carcano. Lo spettacolo, ideato e diretto da Serena
Sinigaglia con 160 cittadini in scena e la partecipazione di Lella Costa, diviene
un’opera colossale, coraggiosa e coinvolgente, quasi una guida all’ascolto e alla
scoperta di Milano. Dopo l’intensa esperienza umana vissuta lo scorso anno con La
povera gente, ad essere indagati stavolta saranno I Signori.
In occasione delle celebrazioni degli ottocento anni, per iniziativa del Comitato
Greccio 2023, Ascanio Celestini con L’asino e il bue (prodotto da Fabbrica srl,
Fondazione Musica Per Roma, Comitato Greccio 2023, Teatro Carcano) affronta la
narrazione di Francesco, il santo che nel 1223, a Greccio, creò il Presepe. In scena le
parole e le gesta di Francesco incontrano quelle degli abitanti del paese umbro: storie di vita che Celestini è andato ad ascoltare per immaginare che tipo di Presepe avrebbe fatto Francesco se fosse nato ai giorni nostri.
Continua la collaborazione con LAC – Lugano Arte Cultura con una nuova
coproduzione scespiriana, La dodicesima notte (o quello che volete), commedia surreale e divertente diretta dal giovane Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018.

E a fine stagione torna Lella Costa con il debutto del nuovo spettacolo scritto con
Gabriele Vacis che ne firma anche la regia, Cuore di burattino. I due affrontano ancora un grande classico, questa volta il Pinocchio di Collodi, ma con un orecchio teso a Cuore di De Amicis. Analizzando, scomponendo e ricomponendo la storia per
cercarne i temi profondi che la rendono universale e paradigmatica, offriranno
numerose chiavi di lettura del nostro quotidiano, a partire da quelle bugie che oggi si
chiamano fake news fino a tutte le sfumature della menzogna.
La centralità dell’universo femminile, come si è detto, è un leitmotiv della direzione
artistica del Teatro Carcano. Stai zitta! (co-prodotto insieme a SCARTI e LaQ-Prod),
tratto dall’omonimo testo di Michela Murgia, affronta con la credibilità data
dall’impegno delle attrici/attiviste Antonella Questa, Valentina Melis e Teresa
Cinque, le tematiche femministe, invitando a combattere gli stereotipi di genere. Le
“frasi che non vogliamo più sentirci dire” contenute nel libro offrono l’occasione di
raccontare la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di
situazioni surreali. Regia di Marta Dalla Via.
E sono molte altre frasi di questo stesso tipo l’oggetto della satira del format ideato e
condotto da Serena Dandini Vieni avanti, cretina. Next!, dove attrici di collaudata
comicità come Martina Dell’Ombra/Federica Cacciola, Annagaia Marchioro,
Germana Pasquero e Rita Pelusio celebrano la “cretineria” al femminile,
un’esclamazione che può sembrare audace di questi tempi ma perfettamente in linea con la lunga strada in salita dell’emancipazione delle donne.
Anche tra le ospitalità, naturalmente, sono molti gli spettacoli che celebrano il
femminile, interpretati o diretti da donne. Maria Stuarda (coproduzione di Teatro
Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino e Centro Teatrale Bresciano) vede due
mattatrici a confronto, Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni, lottare per contendersi la
corona sotto la direzione di un istrione della regia come David Livermore.
Di Caryl Churchill, la drammaturga inglese nota per le sue commedie storiche e di
costume non convenzionali e aliene da ogni forma di didatticismo, vedremo Top Girls (produzione Fondazione Teatro Due di Parma), con Sara Putignano, Valentina Banci, Sandra Toffolatti, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Martina De Santis, Corinna Andreutti, Simona De Sarno, regia di Monica Nappo. Il testo
affronta in modo strutturale l’ineludibilità del confronto con il modello maschile
nell’esercizio del potere e le sue contraddizioni.
Il classico di Genet Le serve (produzione CMC-Nidodiragno / Emilia Romagna Teatro
ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano) rivive nella contemporaneità
valorizzando i temi del potere, del genere e della devianza psichica. Veronica
Cruciani guida la sfida con l’icona transgender Eva Robin’s e le attrici Beatrice
Vecchione e Matilde Vigna. Ne La madre (Compagnia Moliere in coproduzione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Accademia Perduta Romagna Teatri) Lunetta Savino presta corpo, voce e anima al capolavoro di Florian Zeller, che indaga in forma di black comedy il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. Con lei Andrea Renzi. Regia di Marcello Cotugno.
Si muovono a ritmo di jazz, eseguito dal vivo da Renato Cantini e Michele Staino, gli
otto ritratti di persone normali alla deriva raccontati da Arianna Porcelli Safonov in
Omeophonie (Omeofonìe): favole omeopatiche per adulti in cui la morale torna di moda perché fa ridere.
Ed è un vero e proprio spettacolo-concerto Cetra…una volta, che omaggia il quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80, i
Cetra. Il loro è il trio Favete Linguis: con Emanuela Fresi e Toni Fornari c’è Stefano
Fresi, attore tanto appassionato di canto dal volersi dilettare, appena cinema e tv
glielo consentono, con la musica, le canzoni e le parodie.
Tra i titoli classici rivisitati in chiave contemporanea Arturo Cirillo firma Ferdinando
(produzione Marche Teatro, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli
– Teatro Bellini), capolavoro della drammaturgia di Annibale Ruccello (1956-1986),
mentre Rocco Papaleo, diretto da Leo Muscato, si confronta con Gogol ne L’ispettore
generale (produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro
Nazionale e Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale), commedia satirica fra le
più divertenti e attuali della drammaturgia russa che si prende gioco della piccolezza
morale di chi detiene un potere.
Si deve alla sapiente scrittura di Ugo Chiti, che firma anche la regia, Falstaff a
Windsor, l’adattamento shakespeariano de Le allegre comari di Windsor, che vede
protagonista Alessandro Benvenuti (produzione Arca Azzurra).
E si continua a ridere ne I maneggi per maritare una figlia di Niccolò Bacigalupo
(produzione Teatro Sociale Camogli, Teatro Nazionale di Genova, CTB – Centro
Teatrale Bresciano) dove ritroviamo Elisabetta Pozzi in compagnia di Tullio
Solenghi (attore e regista) che restituisce a Gilberto Govi la valenza di maschera della storia del teatro comico: quasi un Arlecchino, uno Zanni, Totò.
Corrado Nuzzo e Maria di Biase, diretti da Giorgio Gallione, prestano la loro
naturale bizzarria a Delirio a due (produzione AGIDI e CMC-Nidodiragno),
irresistibile scherzo teatrale tipico del miglior teatro dell’assurdo di Eugène Ionesco.
Dopo la full immersion dantesca dello scorso anno, arrivano a grande richiesta Elio
Germano e Teho Teardo, voce e musica che avvicinano al mistero e all’indicibile
cercato da Dante nei versi del Paradiso XXXIII (produzione Infinito Produzioni e
Argot Produzioni).
È un’ossessione politica invece quella che anima l’Alcide De Gasperi interpretato da
Paolo Pierobon. De Gasperi: l’Europa brucia (produzione Teatro Stabile di Bolzano e
LAC Lugano Arte e Cultura), scritto da Angela Demattè, restituisce la statura e la
complessità dello statista, un uomo d’altri tempi che aderisce totalmente al suo
compito politico.
Ancora una riflessione sulla contemporaneità è quella cui porta Le verdi colline
dell’Africa (produzione Infinito Teatro e Argot Produzioni), scritto e diretto da Sabina
Guzzanti e interpretato insieme a Giorgio Tirabassi. Un gioco metateatrale per uno
spettacolo divertente
Comunicato stampa ufficiale