È finalmente disponibile su Disney+ il nuovo film d’animazione Elemental, diretto da Peter Sohn e prodotto da Disney Pixar.

Il lungometraggio non aveva raccolto granché al botteghino nelle prime settimane, salvo poi crescere fino a un incasso di quasi 500 mila dollari in tutto il mondo. Numeri che non consentono a Elemental di essere tra i primi 50 della classifica Disney nemmeno con le valute attuali (sono lontani di 800 mila dollari gli incassi del nuovissimo Super Mario Bros, secondo in quella particolare graduatoria che non tiene conto dei tassi d’inflazione), ma che risollevano un po’ la casa di produzione dopo alcuni flop. Su tutti, ricorderemo il contestato Strange World.

Disney torna a raccontare il tema dell’inclusione sociale. Questa volta, a differenza del film di Natale 2022, lo fa focalizzandosi su una storia specifica che non crea troppe confusioni.

La trama non è tra le più complesse: arrivati a Element City tanti anni prima, i coniugi Lumen (due fuochi) non hanno mai smesso di incontrare difficoltà e pregiudizi a causa della loro nota pericolosità. Di conseguenza, si è sempre creata una reciproca intolleranza con gli altri elementi, ma in particolare con la gente d’acqua. Impossibile trovare motivi di incontro con questi, soprattutto per una personalità come quella di Bernie Lumen, chiusa rispetto a tutto ciò che è fuori da casa sua. Dove c’è fuoco, non può esserci acqua altrimenti il primo si spegne.

Quello che non avrebbero mai potuto sospettare, però, accade davvero tanti anni dopo. Ember, la figlia dei Lumen, è infatti una ragazza che si incendia facilmente di fronte a chi le fa perdere la pazienza: non sembrerebbe particolarmente portata per gestire la bottega, a cui il padre la vorrebbe destinare. Un giorno, esplode una tubatura, da cui esce Wade, un ispettore sanitario che è proprio un ragazzo d’acqua, figlio di una famiglia dal carattere molto più aperto e spensierato rispetto ai fuochi. Superati i primi contrasti, dovuti anche a inevitabili diffidenze, i due si innamorano l’uno dell’altra: il fuoco di Ember si trasforma così nella passione bruciante per Wade. Scopriranno che le differenze non rende impossibile la loro convivenza, ma li fa essere piuttosto complementari. L’inconsistenza dell’acqua, incapace di dare una forma a ogni cosa, trova rifugio nell’innata possibilità del fuoco di modellare gli oggetti. Ember, invece, imparerà a essere più temperata: la sua fiamma ardente di passione le consentirà di arrivare persino a contatto con Wade, senza mai spegnersi. E i genitori staranno a guardare, comprendendo di non poter decidere il destino della figlia per la quale vogliono sempre solo la felicità.

Un film da rivedere almeno un paio di volte per coglierne tutte le sfumature che vengono trasmesse e rischiano di sfuggire al primo impatto. Una volta scelta la chiave di lettura con cui lo si vuole interpretare, Elemental offre una storia lineare, romantica e divertente. Lo si può guardare limitandosi al racconto di una storia d’amore che sembrava impossibile. Oppure ci si può soffermare sul rapporto tra gli elementi naturali, lasciandosi guidare anche dalle tante battute che alludono alle proprietà essenziali di ciascuno di loro (simpatica l’idea di raccontare l’insostanzialità dei fuochi di paglia, divertente quella di far apparire sempre come dei pianti le risate dell’acqua, curiosa l’ambizione di Ember a essere calma come una candela, didattica la scena in cui il fuoco e la sabbia insieme creano il vetro). Oppure ancora ci si potrebbe dedicare a Elemental concentrandosi sulle personalità che anche lo zodiaco ci suggerisce: sarà facile vedere i segni di fuoco in Ember e quelli di acqua in Wade. Si poteva dedicare più spazio anche agli altri due elementi, ma non è impossibile comprendere la concretezza della terra e la fantasia dell’aria.

Infine si potrebbe osservare Elemental provando a immaginarlo come a una grande metafora circa i rapporti umani. Si parla di immigrazione, ma anche di distanze, cambiamenti e molto, molto di più. Quante volte abbiamo pregiudizi verso altri, solo perché appartenenti a una razza o una cultura differente dalla nostra? A chi non è capitato di dover riconoscere che sia impossibile generalizzare considerando le personalità tutte uguali solo perché provenienti da una stessa famiglia? E quante volte abbiamo potuto constatare che le diversità si rendono complementari?

Insomma almeno quattro le possibili modalità di approccio a questo film, proprio come quattro sono gli elementi. Elemental può insegnare molto ai bambini suggerendo ancora, come nei cartoni di un tempo, diverse chiavi di lettura e tematiche importanti senza complicare troppo le trame. Inutile imporre alle storie di mettere la loro morale in cattedra, strizzando l’occhio più agli adulti che ai bambini. I film d’animazione che funzionano di più sono questi: lo possono vedere grandi e piccoli, cogliendone ciascuno gli…elementi che ritiene più opportuni!

La colonna sonora italiana, appiccicosa e romantica, è cantata da Mr. Rain. Tra le voci, impossibile non riconoscere quella della straordinaria, divertente e sincera Serra Yilmaz (la madre di Ember, a cui l’attrice sembra persino somigliare con una di quelle empatie che capitano in certi casi, come per esempio quella storica tra Fabrizio Frizzi e il cowboy Woody). La voce di Wade, invece, è di Stefano De Martino, che supera brillantemente la prova senza far trapelare l’accento partenopeo ma donando al personaggio la freschezza giocosa tutta napoletana. C’è spazio persino per il motociclista Francesco Bagnaia: ecco, forse questo lo si poteva evitare. Si è tolto spazio a un attore professionista che potesse fare il doppiatore, a favore di un ragazzo che certamente non ha quell’ambizione. Peccato.

Massimiliano Beneggi