Sergio Muniz riparte dal teatro: dal 5 al 22 ottobre sarà protagonista al Teatro Manzoni di Roma di C’è un cadavere in giardino, la commedia del drammamturgo canadese Norm Foster che viene rappresentata per la prima volta in Italia. Insieme a Sergio Muniz, anche Miriam Mesturino.

Sergio Muniz e Miriam Mesturino

Accanto ai protagonisti, gli attori Maria Cristina Gionta, Luca Negroni, Giuseppe Renzo e Valentina Maselli, per la regia di Silvio Giordani. La versione italiana della pièce è di Pino Tierno e Consuelo Versace.

E’ proprio Sergio Muniz (l’anno scorso protagonista anche sul piccolo schermo nella seconda edizione di Fosca Innocenti) a raccontarci questa nuova avventura. Clicca qui per ascoltare l’audio dell’intervista.

Sergio partiamo da questo spettacolo. Due attori che non hanno grande successo si lanciano in un’attività di guru. Cosa succede esattamente?

Si tratta di due attori normalissimi come il 95% degli attori che esistono: il restante 5% sono quelli famosi, ma la maggior parte sono quelle persone che fanno lo stesso lavoro con la stessa fatica e tanta passione. A un certo punto scoprono che c’è gente che si guadagna la vita e fa tanti soldi attraverso attività che si fondano su ovvietà e frasi fatte ma che, tipo Wanna Marchi, si sanno vendere molto bene. Quindi anche loro decidono di imbarcarsi in questa storia, ma successivamente succede un fattaccio: capita un morto in casa. Nessuno di loro ha colpe, ma a quel punto rischia di cadere il castello di sabbia che si sono creati con un’immagine di famiglia perfetta e guru dell’auto aiuto. A quel punto si deve decidere se far crollare tutto o cercare di nascondere per continuare la farsa.

C’è molta ironia ovviamente nella storia.

Sì, e anche molto cinismo. E’ una storia che dimostra quanto siamo legati alle apparenze e a cose che non sono nemmeno vere, solo in virtù della nostra comodità per cui si sacrifica anche l’anima.

Ti sei mai rivolto a un guru?

Adesso insegno yoga in uno studio a Levanto con la mia compagna: ho iniziato sette anni fa quando ho conosciuto lei. Successivamente sono formato in India. E’ un mondo che conosco e so che c’è di tutto intorno a questo: c’è gente che studia e si prepara e altri che dopo due settimane sono diventati “maestri” di qualcosa.

Se scrivo su Google “auto aiuto” come faccio a distinguere il guru serio dall’imbroglione?

E’ molto difficile. Devi andarci e devi vederlo tu. Se ti sta aiutando allora funziona, ma se a un certo momento tutto questo aiuto ha un prezzo troppo alto non va bene. Se l’aiuto ti fa stare bene solo quando sei da solo, ma non dentro alla vita sociale, ossia quella reale, anche in quel caso non funziona. Ognuno deve imparare a differenziare lavorando sul proprio pensiero critico, come si fa con le fake news.

L’aiuto dell’anima arriva subito però?

Quando decidi di intraprendere un percorso per migliorare, sia che ti trovi davanti a te uno onesto o a uno fasullo, tu hai già fatto il passo più grande, che parte dalla persona stessa.

La scelta dell’onestà insomma dipende sempre da noi stessi, per quanto la società ci spinga spesso verso la slealtà.

Certo, dipende quanto uno decide di sacrificare della propria anima per arrivare da qualche parte. Poi dipende se il gioco vale la candela. C’è gente che ha una grande resistenza e si autoconvince assolutamente di vivere nel modo giusto e di essere invidiato. Ho visto, per esempio, l’intervista a Fabrizio Corona a Belve: lui è proprio convinto, ma poi bisogna vedere se davvero dentro di sé vive bene. In questa vita bisogna far vivere bene sé stessi e gli altri.

Questo spettacolo ora che tour farà?

Dal 5 al 22 ottobre saremo al Teatro Manzoni, poi gireremo a Torino al Teatro Gioiello a fine ottobre, al Martinitt di Milano. Saremo in giro fino a fine dicembre, ma forse ci sarà una ripresa anche nell’anno nuovo. Incrociamo le dita.

Massimiliano Beneggi