Cristiano Malgioglio, Simona Ventura, Francesco Paolantoni. Cos’hanno in comune? Semplice: sono artisti completamente liberi. Talmente liberi che li vediamo ovunque. Sembra infatti che la moda sia quella di non contemplare più contratti in esclusiva, cosicché si possa spaziare da un canale all’altro senza problemi. Oltre ai tre nomi citati ce ne sono ovviamente altri, ma la loro onnipresenza è particolarmente significativa. Specie in tempi come questi, dove certi giornali vorrebbero la Rai meloniana eccessivamente severa. E invece non lo è, anzi si rivela sempre più al passo coi tempi. Perché oggi la tv libera non è più quella privata: liberi sono anzitutto gli artisti. Ma andiamo con ordine.

Foto da Instagram

Ieri l’amministratore delegato di viale Mazzini, Roberto Sergio, oltre ad annunciare il rientro di Massimo Giletti in Rai da gennaio (quando sarà scaduto il contratto con La7, che si chiude in malo modo quasi come accaduto ai tempi con viale Mazzini) abbia ammesso anche che non esista alcun veto circa la presenza di Fedez sui canali del servizio pubblico. Purché ci sia un chiarimento di intenzioni, dopo i fatti del Primo Maggio 2022 e quelli del Festival di Sanremo 2023 dove, parole di Sergio, “non ha brillato”. Condizione minima per una tv di Stato che non può permettersi di essere dileggiata e poi sfruttata dalla stessa persona. In ogni caso la Rai appare, oggi più di prima, davvero la casa di tutti. Un po’ quello che dovrebbe davvero essere una tv pubblica.

Lo conferma, per l’appunto, il fatto che non vi sia alcun fastidio nelle presenze di Cristiano Malgioglio, Simona Ventura e Francesco Paolantoni in altri canali. Il primo, infatti, è giudice a Tale e Quale Show e contemporaneamente ad Amici. La Ventura ha un suo programma (Citofonare Raidue) ed è concorrente di una trasmissione di punta Rai come Ballando con le Stelle, ma sarà anche ospite fisso al tavolo di Che tempo che fa. Lì troverà anche Paolantoni, che nel frattempo è concorrente di Tale e Quale Show. A questi si aggiungano naturalmente certi fuoriusciti dalla Rai, prima su tutti Luciana Littizzetto (super fissa da Fazio e da quest’anno anche a Tu si que vales). Un riciclo continuo di ospiti.

Non esiste più esclusiva, almeno per alcuni artisti. Questo sarà il futuro della tv, che d’altra parte è da sempre lo specchio della società. Il precariato lavorativo, che vede meno contratti a tempo pieno e indeterminato, si riflette evidentemente anche sul piccolo schermo. Con la differenza che gli stipendi sono ben diversi e quindi a nessuno di loro dà fastidio dover correre da un’azienda all’altra, magari saltando il pranzo.

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Tuttavia, nel caso della televisione, viene da chiedersi: sarà positivo adottare questo atteggiamento? Senza dubbio è sinonimo di libertà, perché avere più di un datore di lavoro significa non avere nessun vero padrone. Ma concedere troppa libertà cosa comporta? Anzitutto l’impossibilità di identificare un personaggio con un’azienda. È vero che sono artisti, quindi indipendenti per natura, ma è pur vero che siamo abituati a sentirci coccolati da certi padroni di casa quando ci accolgono nel loro spazio. Così tutto questo mancherà: oltretutto avere Paolantoni a Che tempo che fa aveva un senso ben diverso prima, quando si poteva rimandare in onda la sua esibizione di pochi giorni prima a Tale e Quale Show e riderci sopra. Ora non si potrà più fare. Ci sarà, anzi, il rischio di una sovraesposizione di taluni personaggi, magari a discapito di altri che meriterebbero di presenziare un po’ di più. Infine un’ipotesi lontana, ma che vale la pena di essere presa in considerazione: se per caso uno di quegli artisti dovesse trovarsi al centro di qualche polemica pesante, le aziende hanno preso in considerazione l’idea di doversi accollare la responsabilità di mantenere un artista che ha creato danni magari altrove? Certo Nove sarà pronta a questa evenienza: con Che tempo che fa attendiamoci di vedere tutti gli epurati possibili della tv.

Massimiliano Beneggi