Dal 25 ottobre al 5 novembre al Teatro Litta di Milano (corso Magenta) va in scena Miss Bartleby, Non è tempo di essere, con Stefania Apuzzo, Micaela Brignone, Fabio Brusadin, Simone Carta, Sabrina Faroldi, Arianna Granello, Marco Mannone, Stefano Slocovich, Paola Tintinelli, Magda Zaninetti. Regia di Marco Maria Linzi.

Nel racconto di Herman Melville (Bartleby lo scrivano) il mite e diligente Bartleby assunto come scrivano in un ufficio legale di WallStreet, inizia a comportarsi in modo singolare: piegato sulla sua scrivania copia documenti, giorno e notte, ma a qualsiasi altro compito richiesto dall’avvocato oppone sempre la risposta “preferirei di no”, senza dare alcuna spiegazione.

Nel corso degli anni numerosi critici hanno cercato di dare una risposta alle ragioni della sua famosa risposta, ognuno secondo i propri interessi e punti di vista cercando di chiudere Bartleby in una visione definitiva. Eppure riteniamo che proprio nella carica misteriosa che anima Bartleby risieda la sua potenza.

L’interrogazione è quindi il centro del nostro progetto, mettere in funzione il “dispositivo” Bartleby non per decodificare ma per lasciare che la risposta cambi a seconda di chi lo interroga.

 

Per affrontare questa rinnovata esplorazione abbiamo sentito la necessità di viaggiare nel tempo e nello spazio; di creare nuovi contesti distopici senza puntare alla biografia quotidiana di Bartleby, al suo percorso di individuo, ma piuttosto alla sua universalità in veste di mito. Cambiano le società, i punti di riferimento morali – sarebbe meglio dire che si modificano le sbarre delle nostre prigioni – e interrogare Bartleby diventa sempre più necessario. Per questo motivo Bartleby ritorna, sempre, perché noi facciamo fatica a tornare, ad esserci.

 

Lo spettacolo offre un varco verso la riflessione sulle convenzioni sociali, le scelte morali e le verità individuali. Il tema è il dilemma dell’esistenza, tra chi vuole il tutto e quindi finisce per uccidere se stesso, o chi rinuncia a tutto e allora uccide la vita. Tra essere e non essere c’è uno spazio in oscillazione dove potremmo trovare Bartelby e gli infiniti mondi che con mille stratagemmi fingiamo di non vedere.

 

Miss Bartleby, attraverso una drammaturgia composta da testo, elementi espressivi e sonori, dove il corpo è il protagonista principale, sviluppa un mondo in oscillazione tra una realtà interiore che diventa visibile e un percorso disseminato di simboli e tracce che ridefiniscono il personaggio Bartleby portando alla luce ciò che è nascosto, immergendo gli spettatori in un’indagine razionale ed emotiva.

 

Miss Bartleby è un invito immaginifico a confrontarsi con uno specchio per la ricerca di sé stessi e del mondo che vorremmo abitare, contrapposto alla commedia che banalmente chiamiamo normalità.

Comunicato stampa ufficiale