Torna il campionato, torna MusiCalcio, la rubrica con la quale TeatroeMusicaNews vi racconta le partite di Serie A attraverso la storia delle sette note. Se la nona giornata di campionato avesse un volto musicale, quello sarebbe Ti scatterò una foto. Ma vediamo perché, leggendo attentamente il nono turno di Serie A con la cronaca attraverso le canzoni del nostro commentatore speciale della settimana: Tiziano Ferro.

Tra Atalanta e Genoa la sfida era stata tutto sommato equilibrata nella prima frazione di gioco: Il tempo stesso di pensarlo e cambiava tutto. Nella ripresa, infatti, i bergamaschi sono venuti fuori lasciando chiusa nella propria area i grifoni, costretti a sperare in un po’ di fortuna. Leali tra i pali fa quasi tutto bene, tranne che su una ribattuta da seduto di Lookman, che sblocca il risultato. Per il portiere ci vorranno diverse ripetute da Dieci piegamenti prima di farsi perdonare da Gilardino. Il 2-0 finale è la naturale conseguenza di una gara ormai con le squadre ormai sbilanciate. L’Atalanta sale a 16 punti, confermando che tra le grandi c’è ancora anche lei.

E’ un weekend di Serie A che dà proprio questo responso: quasi tutte le grandi sono un passo avanti rispetto alle altre. Anche chi era in ritardo sta recuperando, almeno a livello di punti. Come la Roma che, al netto delle polemiche del suo allenatore Mourinho (Il confine tra stucchevole circo e divertente siparietto è labile), si porta a casa tre punti preziosissimi in pieno recupero con El Sharawii contro il Monza. Le accuse di scommessopoli per lui sono state una carica in più: per certi versi Il regalo più grande che si potesse fare al suo orgoglio ferito. Mourinho si prende l’ennesimo Rosso relativo e salterà la gara con l’Inter. Lukaku, invece, si sbaglia l’impossibile, perché Chi non ha talento insegna, mentre chi ce l’ha…segna! I brianzoli, dal canto loro, non sfigurano. Anzi, creano le occasioni migliori, ma si sa la palla è Rotonda e può succedere sempre di tutto.

Anche la Lazio è già al terzo successo consecutivo: l’inizio difficile è ormai alle spalle e il 2-0 in casa del Sassuolo è convincente nella serata di sabato quando fa freddo E fuori è buio. Senza accorgersi, il campionato di Serie A sta vedendo sempre Di più maturare un campione come Felipe Anderson, capace di risolvere le partite dei biancocelesti in men che non si dica. L’allenatore dei neroverdi, Alessio Dionisi, avrà anche detto ai suoi: Accetto miracoli, ma non si ripete la storia già vista contro Inter e Juve.

Riesce tutto facile al Napoli, che insacca presto il Verona, sconfitto per 1-3. Boom Boom di K’varatskhelia, che segna una doppietta micidiale e gli azzurri danno un chiaro segnale: vogliono difendere quello scudetto cucito sulle maglie. Assurdo pensare il contrario.

Occhio anche al Bologna: il 2-1 sul Frosinone è il quinto risultato utile consecutivo per i rossoblù, nuova rivelazione di questo campionato. In ottica Europa potrebbero esserci anche loro, sebbene sia ancora presto dirlo. La paura che tutto questo sia un’illusione non deve però impedire di fare festa per ora.

La paura non esiste (ed è un errore) per la Fiorentina si complica la vita contro l’Empoli. Entra in campo con l’atteggiamento di chi dice Abbiamo vinto già e vanifica la vittoria contro il Napoli perdendo 2-0 in casa. Clamorosa occasione fallita: settimana prossima si ritroverà di fronte alla Lazio, sua storica bestia nera. O meglio, visto che ci siamo, alla sua avversaria di Sere nere.

Udinese e Lecce non si fanno male, esattamente come Salernitana e Cagliari, che finiscono in parità, con gli applausi per il ritorno in Serie A di Mister Pippo Inzaghi, pronto a dimostrare di non essere propriamente un Imbranato, dopo la storia d’amore Mai nata tra Sousa e la Salernitana.

Rimarrà una difficoltà con le nuove generazioni: spiegare loro che tra I miti, i fratelli Inzaghi apounto, quello che ha vinto meno da giocatore fosse Simone, il quale invece continua a fare bene all’Inter. Il netto 3-0 sul Torino è un Valore assoluto che gasa i nerazzurri al punto da fare ipotizzare all’allenatore un pallone d’oro per Lautaro. Forse troppo, ma vero è che con l’argentino, che ha fatto della maglia nerazzurra la sua Seconda pelle, l’Inter torna al comando della classifica, grazie anche al successo della Juventus.

E’ proprio il gol dell’ex Locatelli ad abbattere il Milan. Più che legge del gol, sembra la regola del Karma. I rossoneri, che non riescono a concretizzare le tantissime occasioni a disposizione, subiscono più il fascino della storia che non quello del gioco di una Juventus ancora troppo pallida per essere candidata allo scudetto. Tuttavia i bianconeri sono lì, terzi Indietro di due punti dall’Inter e a un punto dallo stesso Milan. Pioli ha molto da recriminare, compreso il fatto di non avere più a sua disposizione quel Locatelli che, così come aveva segnato alla Juve sette anni fa nella medesima sfida, ora fa molto male alla sua ex squadra. Gioia e dolore han lo stesso sapore con te, diceva la famosa canzone di Tiziano Ferro. Il tifoso rossonero domenica sera deve avere ripensato tanto alle frasi di Tiziano in Ti scatterò una foto: Come fa male cercare, trovarti dopo poco. Come fa ridere adesso pensarti come a un gioco, e capendo che ti ho perso ti scatto un’altra foto. Già, quella foto che però stavolta ritrae un’esultanza già iconica di Locatelli felice come non si vede Quasi quasi mai fare a un ex.

Ferro compose quella canzone nel 2007, quando poi il brano divenne anche colonna sonora del film Ho voglia di te. La foto a cui si riferiva lui è un’immagine da scattare per fissare i momenti più belli di una storia comunque indimenticabile. Due persone figlie di mondi diversi comprendono che le loro strade erano destinate a separarsi, come quelle tra il Milan e Locatelli, tifoso juventino sin da piccolo. Nella canzone di Ferro, il protagonista sembra un po’ meno convinto a darsi pace per La fine della relazione. Ecco, ora ditelo ai rossoneri che sono secondi in classifica per colpa di Locatelli, che invece si è rifatto eccome una vita a Torino. Stop! Dimentica, ormai è passato caro amico milanista. Si sa, Le cose che non dici subito rischiano di lasciare solo incomprensioni. In questi casi, però, non basterebbe nemmeno chiedergli Xdono. E il tifoso rossonero è ancora lì a guardare la foto dell’esultanza di Locatelli pensando: Non me lo so spiegare. E magari aggiungere: Potremmo ritornare insieme. Troppo tardi. La nona di campionato ha un responso deciso.

Massimiliano Beneggi