Toto Cutugno è scomparso quasi tre mesi fa, ma è già stato dimenticato. Vergognosamente, il Comune di Milano, infatti, ha deciso di negargli l’Ambrogino d’oro alla memoria, dopo che era stato proposto da Forza Italia. L’ennesima occasione persa per dimostrare che la cultura sa guardare alla musica. Perlomeno a un certo tipo di musica, quella autentica e mai politicizzata. Cutugno non era un cantante di destra o di sinistra, ma forse non tutti la pensano così.

Abbiamo provato a interpellare il sindaco Beppe Sala per comprendere se sia prevista intitolazione a Toto Cutugno (cittadino di Milano per tantissimi anni), ma non c’è stata risposta. Duole dirlo, non è la prima volta (e il mancato Ambrogino a Toto non è certo la cosa peggiore di una giunta ormai sfiduciata da chiunque).

Unico personaggio dello spettacolo ad essere premiato, il comico Andrea Pucci, che ritirerà la prestigiosa medaglia d’oro il prossimo 7 dicembre, ricevendola proprio dallo stesso Sala che ieri ha attaccato in Consiglio Comunale chi assegna l’Ambrogino per clientelismo. Per la cronaca, il sindaco ha il veto sui premi, decisi dalla Commissione per la Concessione delle Benemerenze Civiche con l’Ufficio di presidenza del consiglio comunale. Dunque l’ultima parola spetta a lui. E purtroppo ogni tanto quell’ultima parola arriva a caso. Il clientelismo pare un termine che nel caso di Cutugno, per esempio, è proprio un’ipotesi inesistente.

Inutile girarci intorno: Toto Cutugno è stato dimenticato. Verrebbe da pensare maliziosamente che non possa essere purtroppo più utile alla politica. Ma ci limiteremo a commentare che cantare emozioni e sentimenti melodicamente non ha lo stesso peso che farlo su musica trap, magari cantando provenienze dal ghetto periferico della città.

I fan speravano, dopo la candidatura, di vedere concretizzato quel premio. Resta che dopo tre mesi in pochi o nessuno parla più di Toto. Speriamo che Amadeus e la Rai non se ne scordino al prossimo Festival di Sanremo.

15 partecipazioni (al momento record, condiviso anche con Al Bano, Di Capri, Oxa e Milva), un primo posto e sei secondi posti (che a quel punto valgono anche più di una vittoria). Per non parlare dei successi lanciati a Sanremo da altri artisti, ma composti da lui. Non c’è bisogno insomma di ricordare cosa abbia rappresentato Cutugno per il Festival di Sanremo, rendendolo grande. Amadeus aveva annunciato che lo avrebbe omaggiato; qualcuno aveva persino ipotizzato la presenza di Celentano sul palco dell’Ariston a cantare L’Italiano. Chissà, in ogni caso siamo certi che Amadeus non mancherà la promessa. Se non altro perché non è un politico, quindi alla musica ci tiene veramente, senza nulla in cambio. Non ci resta che confidare in lui: la cultura passa sempre da chi la consuma e la promuove prima che dai Palazzi.

Uno come Toto non solo andava dimenticato agli Ambrogini, ma meriterebbe intitolazioni di spazi culturali, di premi. Magari anche quello destinato a un rappresentante dell’Italia all’estero come è il partecipante all’Eurvision Song Contest. Al momento le istituzioni tacciono, dopo avere espresso dispiacere al momento del lutto in cambio di qualche like sui social. Facciamo in modo che una leggenda italiana come Toto sia trattata a dovere nella nostra storia, siamo ancora in tempo.

Massimiliano Beneggi