Dopo otto anni e dieci spettacoli, la ricerca artistica di Armando Punzo con la Compagnia della Fortezza giunge, con Naturae, a una tappa definitiva.

Lo spettacolo sarà in scena il 17 e il 18 febbraio al Piccolo Teatro Strehler di Milano.

Foto Stefano Vaja

 

Un lungo lavoro di ricerca artistica durato otto anni, iniziato nel 2015 con il primo spettacolo Shakespeare Know Well e poi continuato con Dopo la Tempesta (2016), Le parole lievi (2017), Beatitudo e Le rovine circolari (2018), Naturae Ouverture (2019), Naturae la vita mancata e Naturae la valle dell’innocenza (2020), Naturae la valle dell’annientamento (2021), arrivata nel 2022 finalmente al suo ultimo atto con Naturae la valle della permanenza, raggiungendo la più difficile delle valli.

«Naturae è l’ultimo capitolo – spiega Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera alla Biennale 2023 – è la rivelazione, la riscoperta in noi di qualità dimenticate, negate, soppresse. È frutto della contro-scrittura che si è generata in questi otto anni, come un filtrato luminoso che si opponeva alla mancanza di luce e speranza che avevamo riscontrato in noi e negli altri. Quelle qualità hanno preso forma di entità simboliche concrete, stilizzazioni, che permettono al nostro protagonista, una volta ritrovato lo sguardo puro dell’innocenza rappresentato dal bambino, di stabilire una diversa relazione col mondo. Ci siamo resi conto che l’evoluzione umana è in essere, sempre, ed è questa che bisogna alimentare. Non possiamo credere di essere arrivati alla fine della storia, è innaturale e non serve a migliorare la nostra esistenza, le relazioni tra gli uomini, una diversa idea di comunità fatta di persone sensibili e il futuro della nostra terra. L’homo sapiens è solo una fase, dobbiamo lavorare per guadagnarci l’homo felix, dobbiamo far crescere in noi la ricerca della libertà, dell’amore, della felicità. Dobbiamo ricominciare a sognare un nuovo uomo e imporlo alla realtà».

 

Trentasei anni di lavoro incessante, tenace e quotidiano con circa cento detenuti-attori, sono il percorso registico di un artista visionario come Armando Punzo, con la Compagnia della Fortezza, con la quale ha realizzato  oltre quaranta spettacoli clamorosi e pluripremiati in Italia e all’estero ( tra cui 7 premi Ubu) , tra cui Marat-Sade, I negri, I Pescecani ovvero quello che resta di Bertolt Brecht, Hamlice – Saggio sulla fine di una civiltà,  Beatitudo, che sono solo alcuni dei titoli più memorabili che rappresentano la ricerca artistica di Punzo sui grandi temi umani facendo di un carcere penale come la Fortezza Medicea di Volterra un centro culturale all’avanguardia, dove sin dagli inizi concepì e battezzò una rivoluzione culturale e sociale: trasformare il carcere in luogo di cultura, ed ancora oggi la cavalca senza scendere a patti o a compromessi, fermamente intenzionato a non lasciarsi distrarre da chi è incapace di andare oltre quello che vede con gli occhi e a non lasciarsi tentare da strade più facili.

Senza mai accontentarsi di quello già fatto, senza badare a premi e riconoscimenti, senza cedere alle lusignhe, il carcere di Volterra è rimasta la sua casa, per quello che è un esilio volontario, un ergastolo voluto, una rigorosa scelta di vita.