Dal 17 al 21 aprile, al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano , Marco D’Agostin presenta, in prima assoluta, Jérôme Bel, ri-creazione dell’opera firmata dal coreografo francese, tra le personalità più incisive del teatro contemporaneo mondiale.

Lo spettacolo fa parte del progetto europeo STAGES – Sustainable Theatre Alliance for a Green Environmental Shift, un inedito esperimento teatrale che vuole rivoluzionare il modo in cui il settore culturale affronta il concetto di sostenibilità.                                            

 

Nel 2021, Jérôme Bel, con l’opera che prende il suo nome, ha firmato il secondo capitolo di Sustainable theatre?, progetto ideato con Katie Mitchell e il Théâtre Vidy-Lausanne per sfidare il tema della sostenibilità in teatro, sul palco e nel modo in cui vengono prodotti gli spettacoli. L’esperimento invita i partner – un gruppo di quattordici teatri europei, tra cui il Piccolo Teatro – a reinterpretare le creazioni originarie in “versioni locali”, realizzate con risorse proprie e in ottica sostenibile. Lo spettacolo non viaggia più fisicamente, ma sotto forma di script che, ricreato in ogni teatro da un’équipe locale, si trasforma in una ri–creazione di respiro internazionale, condivisa e sostenibile. La prima tappa del progetto – Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione, ideato da Katie Mitchell e riallestito da Lisa Ferlazzo Natoli con lacasadargilla – è stata presentata a Milano, al Teatro Studio Melato, nel marzo 2022.  

 

La realizzazione della seconda tappa del progetto è affidata a Marco D’Agostin, danzatore e coreografo, artista associato al Piccolo Teatro e due volte premio Ubu – come Miglior Performer Under 35, nel 2018, e per il Migliore spettacolo di danza, con Gli Anni, nel 2023 –, che ricrea Jérôme Bel avvalendosi della complicità della performer Chiara Bersani e di altri artisti della scena della danza italiana. 

 

La versione originale dello spettacolo – che lo stesso Jérôme Beldefinisce un’«autobiocoreografia, che potrebbe essere stata sottotitolata: “danzando, dall’AIDS alla crisi climatica”» – è un monologo in cui il coreografo, al computer, racconta la storia della sua vita, componendo un autoritratto attraverso le sue coreografie, proiettate sullo schermo in alcuni estratti. Nel riadattamento di D’Agostin, le coreografie di Bel sono reinterpretate dal vivo: Jérôme Bel diventa, dunque, un pretesto per riunire sulla scena una collettività di danzatori e danzatrici, di artiste e artisti di diversa provenienza e formazione, invitati ad affollare il palcoscenico dei loro ricordi, tra folli danze e formidabili intese. Il coreografo, inoltre, reinventa lo spettacolo estendendo il concetto di sostenibilità: non solo una riflessione sull’ambiente, ma anche una modalità di guardare alle relazioni di ciascun individuo con il contesto e la comunità in cui vive. In scena, oltre a Chiara Bersani, artisticamente legata sia a D’Agostin sia a Bel, diciotto interpreti con corpi, storie e personalità diversi: nove professionisti del mondo della danza italiana, di cui rappresentano varie epoche e approcci e che sono tra loro legati da affinità umana e artistica, e nove performer non professionisti attivi nel territorio milanese.