La parola “talent” è ormai una delle più abusate dell’ultimo decennio dalla televisione. Tanto che non si capisce più cosa significhi veramente. A spiegarcelo è il più grande talent scout di sempre, produttore e inventore di modi nuovi di ascoltare la musica. Claudio Cecchetto, conduttore di ben tre edizioni del Festival di Sanremo, quest’estate mentre era in vacanza con Pippo Baudo ha iniziato a dare alcuni indizi su Instagram circa il suo nuovo progetto. Ora è svelato: il 345 marzo 2021 (rigorosamente con i numeri scritti tutti di fila come a indicare una data senza tempo) partirà la prima edizione del Cecchetto Festival.
Nei giorni della gara all’Ariston, che da sempre è solo la parte visibile su Raiuno di un immensa festa della musica che si crea intorno, ci sarà quindi anche la finale del Festival nato sul web dall’idea dello stesso produttore, che recentemente ha lanciato anche Niccolò Caffarelli (clicca qui per leggere l’articolo).
Il mezzo più diretto e democratico dell’espressione creativa, diventa così vetrina di un grande evento animato da giovani conduttori e influencer, affiancati da numerosi straordinari ospiti. Attesi infatti, tra gli altri, anche Jovanotti, Pezzali, Gerry Scotti, Fabio Volo, Leonardo Pieraccioni, Francesco Facchinetti, ma persino lo stesso Amadeus. Con cui, assolutamente, non esiste alcun tipo di rivalità, come ci spiega lo stesso Claudio, che ogni giorno su Instagram pubblica post dei partecipanti alle prime selezioni del 4 gennaio.

Claudio, in cosa si differenzierà questo Festival da tutti gli altri, compreso quello sanremese?
Anzitutto non è ad iscrizioni ma ad inviti. Non ci sono moduli di iscrizione. Io, coadiuvato dai miei amici e collaboratori di sempre, vado in giro per la rete cercando i talenti. Questo in fondo non si discosta molto da quello che è sempre stato il mio lavoro: non ho mai aspettato cassette o provini da altri, mi sono sempre avvicinato io quando ho notato qualcosa di interessante.
Cos’è il talento per Claudio Cecchetto, e come si differisce un talento da un altro in un periodo in cui tutti ripetono la stessa moda?
Riconosco il talento perchè mi annoio facilmente, quindi se vedo qualcosa di interessante che non mi annoia significa che siamo di fronte a qualcosa che vale la pena di essere ascoltato. Talvolta, però, non è sufficiente: nel mio libro dico infatti che il talento è un dono, mentre il successo è un mestiere. Con il talento ci si nasce, senza impararlo: lo si può solo perfezionare. Pertanto bisogna svilupparlo fino in fondo perchè possa essere espresso nel modo migliore, dandogli la possibilità di diventare…mestiere.
Su Instagram stiamo vedendo mano a mano quotidianamente tanti giovani “suggeriti”: quanti di loro arriveranno alla finale?
Il 4 gennaio farò l’elenco dei 60 semifinalisti, che verranno scremati ulteriormente fino a diventare 24. Generalmente il web interviene alla fine di una trasmissione con il televoto, mentre in questo caso interviene sin da subito: sarà proprio il web che stabilirà il 50% dei partecipanti. L’altro 50% sarà scelto da me e dalla direzione artistica.
Una scelta coraggiosa, che testimonia uno dei rari casi in cui la musica si mette a servizio del web riconoscendone l’indubbio potenziale in questo cambiamento epocale degli ultimi anni.
Quello che è accaduto purtroppo quest’anno con il Covid, ha portato una nuova evoluzione del web: di fatto ha solo accelerato ciò che sarebbe accaduto tra poco tempo. Il web è al servizio della comunità. Mi fa sorridere una scena che ho visto e che spiega quanto ormai sia importante la rete: un nonno al telefono diceva al nipote “Ma lo sai che ci possiamo vedere in video, perchè mi telefoni?”. Sono cambiati i tempi.
Qualcuno ha già parlato di un “controFestival” da parte tua….vogliamo dire a gran voce che non lo è?
Assolutamente falso. Sarei matto anche solo a pensare a un “controFestival”: loro hanno tanti muscoli, milioni di telespettatori…Questo Festival si affiancherà a quello sanremese. Piuttosto, se vogliamo dare una definizione al Cecchetto Festival, possiamo dire che sarà un inizio di Festivalweb: è scomparso il Festivalbar ed ecco che nasce il Festivalweb.
Direi una bella definizione che fa comprendere quanto ormai siamo cambiati. E con i nuovi mezzi sono sempre di più anche i giovani che provano a lanciarsi artisticamente…
Se quest’anno ci sono 26 cantanti in gara al Festival di Sanremo, vuol dire che l’offerta sul mercato è stata superiore alle aspettative. A questo mondo, in Italia soprattutto, ci sono molte più di 26 proposte, quindi spero di dare spazio anche ad altre anche un po’ alternative, perchè saranno tutte under 33. Anche se devo fare i miei complimenti ad Amadeus, che ha abbassato l’età media dei partecipanti,
Quando cominciasti, ti saresti mai aspettato che la trap, che tu in qualche modo hai lanciato quando era semplice rap con Jovanotti, prendesse così piede nel 2020?
La musica è sempre espressione di una generazione. Questa dei Millenians logicamente non poteva esprimersi con la musica anni Ottanta o Novanta: hanno scelto la trap. Sono sempre incuriosito dalle nuove tendenze, perchè penso ci sia sempre una ragione dietro di loro. I miei figli hanno un buon approccio con la musica trap, e dico sempre che quando saranno genitori si sentiranno dire: “Ma ascolti ancora la trap?”. Chissà cosa ci sarà nella futura generazione. Il bello della musica è che emergono tanti generi nel tempo, che rappresentano le varie generazioni, ma traggono sempre spunto da quelle precedenti. Non muore mai nulla insomma.
Parlavamo di quanto sia cambiato anche l’approccio alla musica dopo questo anno. A dicembre 2020 quante possibilità dai ai concerti previsti a luglio, a cominciare dal megaevento previsto a San Siro con Max Pezzali?
Al di là delle notizie di questi giorni sulla variante del virus, quello che ormai sappiamo con certezza è che avremo un vaccino. Si tratterà di velocizzare le operazioni di vaccinazione di tutti, e sicuramente potremo tornare alla normalità: dipenderà quindi dalla rapidità di esecuzione, ma vedo che c’è una gran voglia di risolvere questo problema. Io sono un ottimista di natura e penso sempre al meglio.
Quindi possiamo pensare a concerti normali affollati o il pubblico dovrà essere dilazionato in più date?
Non sarà la stessa cosa. Ovviamente i concerti ora non saranno lo spettacolo che ci si aspetta, ci mancherebbe altro. Sono propositivo, però, perchè sicuramente questa vicenda finirà. Speriamo prima dell’estate.
Massimiliano Beneggi