Fino a domenica 21 novembre è in scena, al Teatro Carcano di Milano, Vieni avanti cretina! (produzione Teatro Carcano), varietà ideato e condotto da Serena Dandini con un cast di otto formidabili attrici che, attraverso il linguaggio della comicità, rivendicano la stupidera al femminile per sottolinearne l’intelligenza e la centralità sociale. Ecco la nostra recensione.

IL CAST
Serena Dandini, Federica Cacciola, Germana Pasquero, Rita Pelusio, Alessandra Faiella, Laura Formenti, Cristina Chinaglia, Annagaia Marchioro.
LA TRAMA
Serena Dandini conduce una serata all’insegna della comicità e della femminilità. Tante donne tutte insieme in un grande appuntamento, denso di cultura. In realtà in ogni monologo ci sarà molto divertimento, insieme a una pillola di riflessione finale.
La prima a scaldare la platea è Alessandra Faiella, che partendo dal cambiamento della società dopo il lockdown, fa un confronto tra il modo di vivere la quotidianità maschile e quello femminile. Ancor più frontale nei confronti dell’altro sesso (ma non senza autocritica) il monologo della giovane Laura Formenti (ex Italia’s got Talent), che si domanda esplicitamente come debba essere vivere nei panni di un uomo capace, tra le altre cose, di vivere senza ansie e facendo un solo discorso alla volta.
Rita Pelusio, specialista nell’affrontare tematiche delicate pur facendo ridere a crepapelle, si guadagna i più grandi applausi della serata con un personaggio che si ispira alla Sora Cecioni di Franca Valeri in versione 2.0. Entra in scena con una sedia e due cornette del telefono, trovando dall’altra parte sempre interlocutori che mettono a dura prova la sua pazienza. Tra una madre assillante, un marito che le esprime le sue fantasie sessuali, una baby sitter incapace di colmare tutte le sue mancanze con il figlio a causa del lavoro, la protagonista racconta la sopraffazione di fronte agli impegni e la difficoltà di una donna a emergere professionalmente.
Annagaia Marchioro commuove il pubblico con un ironico monologo sulla sua omosessualità, Cristina Chinaglia prende di mira Cinquanta sfumature di grigio considerandolo un incentivo ad apprezzare autori di spessore come Pasternak e Manzoni. Quindi Federica Cacciola, dopo aver coaudiuvato la Dandini per tutta la serata nei panni della sciocca influencer Martina Dell’Olio, ironizza sulla retorica dei monologhi di cui abusano tante trasmissioni televisive per sentirsi più elevate culturalmente. Infine Germana Pasquero, nei panni dell’altra impacciata co-conduttrice, chiude con una straordinaria parodia di Franca Leosini e del suo Storie Maledette.
LA MORALE
Per ammettere la propria stupidità, ci vuole anzitutto il coraggio di esprimerla. Ossia, per tradurla in una parola: intelligenza.
IL COMMENTO
Mai come oggi è attuale una riproposizione dell’antico tormentone dei fratelli de Rege tutto al femminile. Il guaio è dover riconoscere che, tutto sommato, la società che per certi versi è davvero aperta e rinnovata (in fondo, se si può fare dell’ironia con la certezza di riscontrare le risate della platea, vuol dire che la libertà di espressione per fortuna c’è eccome), per altri versi sembra non volere fare passi in avanti. Si ride per un’ora e mezza abbondante. Alla faccia di chi diceva che il varietà fosse morto e il teatro anche. Il varietà a teatro funziona decisamente più di qualunque dibattito politico sul DDL Zan ed è molto più convincente anche su argomenti delicati come questi. In fondo, se la società è piena di stupidi, non ci si può aspettare che il Parlamento sia occupato da menti eccelse: tanto vale riderne di gusto.
IL TOP
Se si ride così tanto per tuta la sera, il merito è tutto di chi ancora una volta ha saputo confezionare uno show di grandissima qualità: Serena Dandini è la numero uno delle capocomiche, in grado di riempire completamente il Carcano nella serata del ritorno di Zelig in tv. Tempi perfetti, sorriso sornione, simpatica, eccezionale talent scout. Lo spettacolo deve molto a Serena Dandini, ma troppo spesso se lo dimentica.
LA SORPRESA
Con Cristina Chinaglia sembra di dover assistere a un monologo che elevi la cultura femminile anche sotto il punto di vista del linguaggio: in realtà, si rivela l’intervento più pieno di parolacce. Quelle dette al momento giusto, però, che non possono urtare la sensibilità di nessuno. La sua mimica facciale, con un volto che non fa mai trasparire mezzo sorriso, è qualcosa di magistrale.
Massimiliano Beneggi