È in scena fino al 16 ottobre, al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano (via Larga), lo spettacolo di danza Momix – Alice, ideato e diretto da Moses Pendleton. Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Compagnia Momix. Regia di Momis Pendleton.

LA TRAMA

Alice è una ragazzina che, mentre si dondola su una altalena, legge un libro che sembra essere il suo stesso romanzo. Le piace fantasticare e sognare mondi inesistenti, pieni di avventure straordinarie. Così evita sempre la noia. Caduta nel sonno, si ritrova a immaginare porte che si ingrandiscono e rimpiccioliscono, da cui escono e rientrano diversi personaggi; una Regina bizzarra; conigli che interagiscono come umani; un universo ricco di colori e misteri.

LA MORALE

Con la fantasia possiamo inventarci quello che vogliamo e dare origine a situazioni avventurose, a volte senza un apparente filo logico, soggette alle più diverse interpretazioni. D’altra parte non esiste una sola verità, proprio come non viviamo in un unico mondo uguale per tutti: siamo protagonisti sulla scena, che prendono forma e concretezza a seconda di chi ci osserva. Siamo noi stessi gli autori del libro della nostra vita e possiamo colorarlo come meglio crediamo: in fondo, persino le avversità e i nemici ce li creiamo noi. Il giudice più severo da affrontare è la nostra coscienza.

IL COMMENTO

La storia di Alice nel paese delle meraviglie ormai la conosciamo tutti, eppure sono trascorsi 150 anni da quando Lewis Carroll l’ha pubblicata e non smette di sorprenderci e farci notare ogni volta dettagli diversi. Deve esserne rimasto particolarmente affascinato Moses Pendleton, geniale regista e coreografo che ha deciso di stupire questa volta con un balletto ispirato al celebre romanzo. Alice dovrebbe essere un pretesto, in realtà si rivela molto più centrale rispetto a quel che non si immagini, complice la varietà di interpretazioni e spunti di discussione che offre la sua storia. Non c’è da aspettarsi la classica narrazione a cui siamo abituati: è un modo per raccontare Alice agli adulti, che sapranno vedere nelle diverse facce del Coniglio messo a nudo, un unico personaggio, avvolto da mistero più che da divertimento. In fin dei conti l’ansia, rappresentata dal Coniglio, è decisamente poco simpatica quando la si conosce davvero. Lo sdoppiamento di Panco e Pinco, nei volti di un infante e di un anziano, è tanto affascinante e curioso quanto il gioco di specchi, che permette a chi si riflette di vedersi volteggiare con i piedi sollevati da terra. In tutto questo, la musica è ovviamente la colonna sonora decisiva per descrivere situazioni che si alternano tra il tetro e l’allegria. Per circa due ore ci si lascia trasportare da una serie di balletti che divengono via via sempre più travolgenti, lasciando spazio a un secondo atto che avrà un ritmo inarrestabile. Chi ama la danza non può mancare è molto probabilmente avrà già acquistato il biglietto; chi non la conosce, si innamorerà di un’arte sempre sorprendente.

IL TOP

Momix Alice doveva andare in scena già due anni fa, poi la pandemia lo ha impedito: molti biglietti, quindi, sono già esauriti, ma se trovate posto solo nelle ultime file non c’è da preoccuparsi. Questo è uno spettacolo che si valorizza ancor di più con uno sguardo da lontano, che permette una veduta di insieme delle straordinarie coreografie e scenografie. I costumi colorati e avvolgenti portano i ballerini illusionisti a esprimersi al meglio, con un impegno e una fatica non indifferenti. Spostano specchi, spariscono e riemergono da enormi bidoni: tutto in grande rapidità e con una eccezionale sincronia dei movimenti. Si rimane a bocca aperta per la bravura di questi ragazzi, ballerini e attori capaci di dare vita anche agli oggetti inanimati.

LA SORPRESA

Tutto sembra parlare: abbiamo la sensazione di conoscere già ogni personaggio, ma di volerne scoprire sempre qualcosa di più. L’attualità di questa storia è leggendaria, ma nulla avrebbe saputo rendere maggiormente quest’idea di quanto non possa fare uno spettacolo di danza. Questa Alice non è solo per adulti, ma saranno proprio loro ad apprezzarla maggiormente per l’assenza di parole, che tuttavia non è una assenza di voci. Questo spettacolo lo si può rivedere più volte e ogni volta si scopre qualcosa di diverso. Sbalorditivo.

Massimiliano Beneggi