Nuovo appuntamento con MusiCalcio, la rubrica che racconta il campionato di serie A con le sette note. Se l’ottava giornata avesse un volto musicale, quello sarebbe Il portiere di notte. Scopriamo dunque perché, rievocando la storia di quel brano e ripercorrendo le fasi salienti di questo turno di campionato con le canzoni del commentatore speciale della settimana: Enrico Ruggeri.

I pareggi di venerdì tra Empoli e Udinese e tra Lecce e Sassuolo non fanno troppo rumore, se non per questioni extracalcistiche. L’arbitro di Lecce-Sassuolo è Diverso dagli altri e non stringe la mano all’assistente donna e ne emerge un caso. Per ora solo sui social, ma fatti così di questi tempi arrivano in Parlamento in men che non si dica: La gente di cuore comunque non si soffermerebbe su questo episodio. Gesto sbagliato se intenzionale, ma l’idea è proprio che qui si voglia fare processi a intenzioni: più della mancata stretta di mano, appare grave che alcuni abbiano dato così tanto risalto a un video virale del web. Polvere negli occhi degli utenti che si abbeverano delle notizie derivanti dai social. La speranza è che prima o poi l’informazione torni ad essere tale. C’è un pareggio, invece, che più dei primi due fa davvero molta notizia. E’ l’Inter che inciampa nel Bologna dopo essere passato in vantaggio di due reti. Il pari rossoblu è meritato, ma soprattutto mette in evidenza l’altalenanza della squadra di Inzaghi. I neroazzurri non si chiudono In trincea in difesa e ne prendono due. Probabilmente sono ancora i più forti a livello assoluto in questo campionato, eppure non riescono a mantenere una costanza nei risultati. Vincono e stravincono negli appuntamenti più difficili, per poi fermarsi davanti a quelle squadre molto meno blasonate.

Ancora una volta, come due stagioni fa quando la partita costò addirittura uno scudetto ormai in tasca, l’Inter si blocca col Bologna: 2-2, quindi si va alla pausa per la Nazionale perdendo il primato in classifica. In gol ancora una volta Il Capitano Lautaro Martinez. Non finirà qui, c’è da scommetterci, né è La fine del mondo un pareggio, ma l’occasione persa ha il sapore di una sconfitta per cui i nerazzurri non trovano pace. Come a fine anni ’90, comunque, nell’epoca de Le sette sorelle, la lotta davanti è agguerritissima.

Nel derby della Mole, durante il tardo pomeriggio di sabato, non avrebbe stonato un altro pareggio dopo la prima frazione di gara. Il tempo però passa in fretta. Poi la Juve alza i ritmi della gara, mentre il Torino non riesce a concretizzare. I bianconeri vanno in rete con Gatti, che si fa perdonare la clamorosa autorete contro il Sassuolo, e Milik. Due gol di scarto non sono esagerati, ma un centro della bandiera lo avrebbe comunque meritato il Toro. La Juve è talmente perfetta ed elegante sul campo che, più che una la vecchia Signora del tempo che vola, appare una Contessa. La bandiera bianconera può sventolare.

Le reti e le emozioni non mancano nelle partite della domenica talmente calda da sembrare luglio quasi ovunque. Il Monza conferma che la crisi è alle spalle, ma quel che c’è di più bello nel 3-0 a una Salernitana troppo piccola è che le marcature arrivano da tre italiani. A questo punto dobbiamo andare Con la memoria alle prossime gare dell’Italia. Tra Colpani, Vignato e Pessina non c’è nemmeno un convocato nella Nazionale di Spalletti: evidentemente c’è da aspettarsi addirittura di meglio quindi per le sfide contro Malta e Inghilterra. In ogni caso i brianzoli domano i campani e salgono al settimo posto in classifica tornando Sulla strada giusta.

Ne fa tre, ma soffrendo, anche la Lazio, che vince 3-2 sull’Atalanta dopo essersi fatta rimontare un doppio vantaggio e aver creato La piccola illusione ai bergamaschi. La rete decisiva è di Vecino ed è fondamentale per ridare i tre punti ai biancocelesti, troppo lunatici in questo avvio di campionato. Esagerano invece i cugini giallorossi: la Roma vince 4-1 sul campo del Cagliari, che si scioglie come Neve al sole. Chi voleva la testa di Mourinho dovrà attendere, certo i tifosi erano già pronti ad abbandonarlo perché si sa l’amore è un attimo e basta poco a farlo saltare. Specie nel calcio. In gol anche Belotti (pure lui non convocato dal ct…). Ranieri avrà quindici giorni di tempo per capire se e come si potrà proseguire l’avventura in Sardegna. Contro il suo volere, potrebbe essere necessario dimettersi per dare una svolta a un inizio campionato disastroso che vede il Cagliari Sempre giù (solo 2 punti in 8 partite: Poco più di niente).

Le squadre laziali vanno tutte forte: anche il Frosinone vince, battendo 2-1 il Verona che per la verità domina tutta la gara, ma riesce a trovare il gol solo in pieno recupero. Questo accade Prima del temporale che si abbatte nuovamente sul Napoli. Una vera burrasca potremmo dire, visto che in questa stagione gli azzurri sembrano solo una pallida fotocopia dei giocatori che l’anno scorso si laurearono campioni d’Italia. La casualità vuole che tutte le squadre marittime, in questa giornata, abbiano perso. Il mare d’inverno, ma anche quello d’autunno, continua a essere “troppo moderno” come nella canzone di Ruggeri. Gongola e sorride invece la Fiorentina, Napoli no. La Viola abbattendo 3-1 i partenopei al Maradona, si porta a quota 17 in classifica. Le luci della sera in una Notte di stelle, a quanto pare esaltano i fiorentini. Considerando che la Fiorentina fa fatica a trovare reti dal suo attacco, viene davvero da domandarsi cosa succederebbe se avesse una punta come si deve: La curiosità diventa forte. Il fantasista Nico Gonzalez e Bonaventura (lui per fortuna finalmente in Nazionale) firmano un successo splendido, dietro al quale Firenze non si può nascondere: è Competitiva e La partecipazione alla Vecchia Europa che conta, l’anno prossimo non è La folle illusione di turno.

Il Napoli parte anche bene, ma finisce per Perdersi nel tempo della seconda frazione di gioco. Intanto Garcia è sulla graticola, non solo perché nell’Ordine naturale delle cose che accada quando una squadra non raccoglie i suoi risultati. Sembrerebbe mancare una sintonia tra l’allenatore e lo spogliatoio. La Nostalgia di Spalletti è tanta.

Il campionato è ancora lungo: Il futuro è un’ipotesi, il destino è un Mistero. Il momento della verità è ancora lontano e per Il giudizio universale non è ancora il momento. Il Sipario ancora non chiude pertanto. Indiscutibilmente c’è, però, una squadra che Vola via e sta dominando la classifica in solitaria. L’ultimo pensiero di questo articolo va dunque al Milan, che dopo il derby sembrava dover perdere le sue certezze, è in realtà rinato con quella batosta. Da quel momento Va tutto bene e Il treno va. Al quarto successo consecutivo, il risultato non può più essere considerato casuale. Certo, i rossoneri hanno vinto sempre con grandi prestazioni di orgoglio, ma sempre meritatamente. Il Milan batte dunque 1-0 il Genoa giocando fuori casa. La notizia che vale più del gol (realizzato all’88’) è quella del tiro parato in pieno recupero dall’attaccante Giroud. Tutto nelle regole: il francese sostituiva infatti Maignan appena espulso (Scelte di tempo davvero superficiali e imperdonabili) e fa Qualcosa di straordinario. Una traversa e due prese sicure (una facilissima, l’altra decisamente meno) salvano Giroud, ritrovatosi improvvisamente in un ruolo a lui sconosciuto. Il dubbio che il giocatore sia meglio in porta che in attacco viene a molti. Non è più la sera del derby comunque. Il francese fa l’attaccante di giorno e diventa Il portiere di notte ormai al 98′ di una gara dal recupero straordinariamente largo. Sembra davvero di rivivere, in qualche modo, La poesia che Ruggeri aveva scritto 37 anni fa.

Enrico si riferiva a uno dei tanti custodi d’albergo che aveva conosciuto e ne faceva un ritratto tra a metà tra il malinconico e la voglia di riscatto. Si tratta di un brano contro l’indifferenza di chi spesso non viene considerato nonostante il duro lavoro. I portieri di notte sono uomini nascosti dietro a un banco, quasi “incatenati” è costretti a vedere la vita degli altri senza prenderne parte. Ecco, i portieri di calcio a volte appaiono così. Difficile vederli prendere voti alti e ancor di più essere premiati. Nessuno di loro, per esempio, ha mai vinto Un pallone d’oro.

Non a caso da bambini tutti sognano di fare l’attaccante, in pochissimi tengono a giocare tra i pali. Quando c’è qualcuno che si offre volontario per farlo, gli altri fanno festa. Per un attaccante come Giroud finire in porta e non poter cercare il 2-0 che chiudesse la partita deve essere stata una sofferenza. Guardare gli altri senza potere prendere parte al gioco in avanti per Giroud è stato qualcosa contro natura. Un po’ come per il Napoli vedere le altre lottare per i primi posti che l’anno scorso gli appartenevano.

La canzone di Ruggeri fu ripresa nel 1988 anche da Mina, che la incise nel suo album Uialalla. Colpivano le atmosfere da chansonnier. Arie alla Aznavour. Alla francese, come Giroud. Con eleganza e raffinatezza, come un portiere di albergo che fa il suo lavoro servendo e ponendo attenzione ai bisogni altrui, Giroud non ci ha pensato un secondo a sostituire Maignan. Per Ruggeri, l’album da cui veniva tratto il brano, Enrico VIII, comportò il primo Disco d’Oro. Mina convenne con il cantautore che se voleva cantare Il portiere di notte significava che riteneva il brano un classico da non necessitare di cambiamenti al testo. Vedremo che succederà al Milan: una squadra blasonata, un grande classico del nostro calcio che vorrebbe tornare a vincere in Europa. Solo che per farlo..lui sì necessiterà di un cambiamento in Champions. Il portiere cantato da Ruggeri attendeva finisse l’inverno per uscire dalla sua cabina e andare via finalmente con una donna dalla quale aveva avuto una forte attrazione. Il sogno dei rossoneri non è solo che Giroud non sia il portiere per tutto l’inverno, ma soprattutto quello di poter cantare E la porterò via, pensando alla coppa naturalmente…

Massimiliano Beneggi