Si chiamava Andrea Brambilla, per tutti era Zuzzurro. E non si offendeva a essere riconosciuto con questo nome, perché d’altra parte non lo identificava in un personaggio di una fiction o di un film confinandolo a un solo ruolo. Al contrario, quel Zuzzurro era stata proprio la maschera che lui stesso si era inventato, insieme al suo fedele compagno d’avventure Nino Formicola (Gaspare nel celebre duo).

Ieri, 24 ottobre, erano dieci anni che è venuto a mancare Andrea Brambilla. Sui social, l’amico di una vita (diventato anche suo cognato) Formicola lo ha ricordato con un’immagine toccante. La foto ritrae infatti metà volto di Nino e metà di Andrea: inseparabili, quasi sovrapponibili nel loro essere sempre l’uno al fianco dell’altro. È stato così fino all’ultimo e continua ancora oggi quel sodalizio: non c’è occasione in cui Formicola (che nel frattempo ha proseguito la sua carriera teatrale con altre compagnie) non citi l’ex collega. Zuzzurro vive sempre con lui, come ha fatto per tutta una carriera. A memoria, sembrerebbe di non ricordare un altro duo così affiatato e mai separatosi. Un caso rarissimo di amicizia, simpatia e di educazione trasportate sul palcoscenico.

Zuzzurro e Gaspare sono passati dal Derby di Milano fino a Non stop, quindi Drive In, Emilio, Dido…menica, Tg delle vacanze fino agli impegni teatrali come Rumori fuori scena, Letto a tre piazze, La cena dei cretini (che da qualche anno Nino interpreta con Max Pisu). Quando ancora non andava di moda creare tormentoni, loro si inventarono Ce l’ho qui la briosche, detto da quello stralunato e spettinato Commissario Zuzzurro che non ne azzeccava mai una è sempre puntualmente coadiuvato dall’aiutante Gaspare, che lo invitava a essere più cazzuto.

I giochi di parole sono sempre stati l’arma micidiale di Zuzzurro e Gaspare. I doppi sensi c’erano, eccome, ma avevano un’aria talmente poetica per cui non veniva sottolineata la volgarità. È così che anche tanti bambini, concentrandosi sulla gestualità dei due comici e sull’irresistibile zeppola di Zuzzurro, si appassionarono a una coppia strepitosa.

Zuzzurro e Gaspare con il cast di Festival

Nel post di ieri sui social, Formicola rammenta: 10 anni fa Andrea ci lasciava. 10 anni senza di lui, come socio e come amico. Io non dimentico. Non dimenticatelo nemmeno voi.

Già, sembra che in realtà ce ne sia erroneamente già dimenticati. Ma si può sempre recuperare. Per esempio, perché il Comune di Milano non gli intitola uno spazio culturale, un ricordo insieme a tutti quelli che hanno fatto la storia prima del Derby e poi della comicità italiana? Perché Milano si vergogna sempre dei suoi comici, lasciando che si sentano sempre solo altri accenti e dialetti? Basterebbe anche dedicargli un premio a forma di briosche, Zuzzurro apprezzerebbe.

In ogni caso, la maschera del commissario con l’impermeabile beige in Italia l’ha creata lui. Ed è insostituibile. È bene ricordarsi chi fosse Zuzzurro, prima di guardare sempre agli attori stranieri.

Massimiliano Beneggi