Lino Patruno, musicista jazzista, nonché cabarettista ed ex componente dei Gufi (di cui è rimasto unico superstite) se la prende con Cristiano Malgioglio, Adriano Celentano e Silvio Berlusconi sui social. Ecco cosa è accaduto.

In un post pubblicato su Facebook, Lino Patruno racconta un aneddoto accadutogli qualche giorno fa a teatro. La cassiera del botteghino avrebbe chiesto a Patruno di scandire bene il suo nome perché non sapeva come si scrivesse. L’attore, evidentemente mortificato, commenta così sui social: “Non mi aveva mai sentito nominare. Le ho chiesto se conoscesse Cristiano Malgioglio, mi ha detto “Certo!”, questo succede nell’italietta berluscon-celentanoide purtroppo!”.

Decisamente offeso Lino Patruno dunque. Ma cosa c’entrano Celentano, Berlusconi e Malgioglio? Perché sarebbero i responsabili della lacuna della cassiera del botteghino del teatro? Lo spiega in due risposte a commenti sotto al post lo stesso Lino Patruno.

Secondo Patruno, i personaggi in questione sarebbero “coloro che hanno abbassato notevolmente la qualità artistica, quella politica e il buongusto”. A chi gli risponde che non si deve toccare il Molleggiato, Patruno risponde raccontando un aneddoto risalente ai tempi dei Gufi.

Scrive Patruno: “Sono incazzato con Adriano perchè anni fa venne a Milano al Capitan Kidd per ascoltare i Gufi (che avevamo costituito da poco), però se ne andò dopo 10 minuti perchè disse a una amico comune che si annoiava”.

Certamente un errore di giudizio quello di Celentano (comunque libero di avere i suoi gusti). Un tantino pretestuoso, tuttavia, prendersela con Adriano, Malgioglio e Berlusconi accusandoli di essere la causa di una decrescita qualitativa dello spettacolo e della società. Pretestuoso e ingeneroso, vista la storia di tutti e tre i personaggi in questione. Da oggi, però, sappiamo che Celentano era uno di quelli che non aveva creduto nei Gufi (poi scioltisi negli anni come ci raccontò con dispiacere anni fa Roberto Brivio): anche i grandi possono sbagliare. In quegli anni Celentano era anche molto amico di Luigi Tenco, la cui morte Patruno è convinto sia stata un assassinio, come ripete da anni.

Massimiliano Beneggi