E’ in scena fino al 28 gennaio, al Sistina Chapiteau di Milano, Il marchese del grillo, di Gianni Clementi e Massimo Piparo, tratto dalla sceneggiatura del film cult di Monicelli.

IL CAST

Max Giusti, Giulio Farnese, Alessandro La Ginestra, Monica Guazzini, Tonino Tosto, Carlotta Tommasi, Ilaria Fioravanti, Gerry Gherardi, Roberto Attias, Emanuela Puleo, Francesco Miniaci, Sebastiano Lo Casto, Ambra Cianfoni, Giacomo Genova, Gloria Rossi, Denis Scoppetta, Sergio Spurio, Ilaria Ferrari, Alessandro Lo Piccolo, Rocco Stifani. Regia di Massimo Romeo Piparo

LA TRAMA

Agli inizi del XIX secolo, vive a Roma il marchese Onofrio del Grillo, Guardia nobile di Papa Pio VII, che trascorre le sue giornate nell’ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi della sua famiglia, bigotta e autoritaria. Mentre si gode l’ozio, il Marchese è sempre pronto ad architettare scherzi e beffe dei quali risultano spesso vittime i popolani, altri nobili e la sua famiglia oltre allo stesso Papa. Il suo edonismo senza remore e le sue provocazioni ingiuriose nei confronti di mendicanti, papi e consanguinei proseguono liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma. L’incontro con una giovane e bellissima attrice e l’amicizia con un giovane ufficiale francese gli fanno per la prima volta pensare di poter abbandonare Roma per Parigi. La disfatta di Napoleone a Waterloo ristabilirà però le cose e il Marchese del Grillo fa il suo ritorno a Roma dove ad accoglierlo trova un clima ostile e una minaccia di condanna a morte per il suo alto tradimento nei confronti del Papa. Per la prima volta però uno dei suoi terribili scherzi, la sostituzione di persona operata ai danni di un povero carbonaro ubriacone, consentirà al Marchese un onorevole riscatto con un finale a sorpresa.

LA MORALE

La filosofia e il significato della rilettura teatrale è narrata dal regista, Massimo Piparo: «Il Marchese del Grillo illumina Roma in un momento molto particolare della propria storia contemporanea. La schietta filosofia di vita di Onofrio del Grillo pervade l’intera Commedia di rimandi attualissimi e tremendamente affini con la realtà a cui tutti i romani devono quotidianamente fare fronte: Giustizia corrotta, una Chiesa in bilico tra il debole potere spirituale e il più ammaliante potere temporale, il tremendo dilemma dell’essere e dell’apparire, il dramma dei più poveri contrapposto al cinismo dei potenti; tutti argomenti che sembrerebbero fotografare l’attuale sistema-Italia e ancor più l’inesorabile declino di Roma Capitale, ma che invece sono scaturiti quasi mezzo secolo addietro dalla felice intuizione di grandi Maestri della Commedia italiana della seconda metà del ‘900. Il Marchese del Grillo, quindi, si appresta a diventare lo spettacolo giusto al momento giusto e nel luogo giusto; travolgerà il pubblico con fragorose risate e amare riflessioni in un perfetto mix tragicomico scandito da battute e aforismi indimenticabili».

IL COMMENTO

Attualissimo nella sua classicità, molto divertente, lo spettacolo permette attraverso le tante risate sereni momenti di riflessione. La rilettura del film, attraverso l’inserimento dei brani musicali composti da Emanuele Friello, diventa a tutti gli effetti una commedia musicale (sì, quella vera, di Garinei e Giovannini, per intendersi, e di buon grado potrebbe contendersi il podio tra le migliori). Anche l’orchestrazione e i cori (realizzati in modo eccellente) rimandano al bel teatro musicale “di una volta”. Unica nota negativa, l’acustica pessima della struttura a cui si spera si possa porre rimedio.

IL TOP

Max Giusti si rivela un attore di commedia musicale straordinario: alla simpatia già nota attraverso lo schermo televisivo, si aggiunge una capacità di catalizzare l’attenzione del pubblico anche per la sua camaleonticità. Interpreta con una voce potente e adattissima al ruolo i brani, aggiunge la sua personalità e capacità di imitatore e dirige una compagnia davvero di altissimo livello. Naturalmente la mente torna ad Alberto Sordi, di cui Giusti è degnissimo erede.

LA SORPRESA

Due giovani attori svettano su un gruppo davvero notevole: Marco Valerio Montesano (il servitore Ricciotto), divertente e coinvolgente spalla del Marchese, e una dolcissima Ilaria Fioravanti (Genuflessa), innamoratissima del cugino marchese, a cui è dedicato uno dei brani più belli della commedia, interpretato magistralmente.

Marco Sacco