Impossibile dimenticare la diatriba tra Alessandro Cecchi Paone e il Grande Fratello. Fu talmente plateale la protesta del divulgatore scientifico de La macchina del tempo ai Telegatti 2001, da diventare virale persino anni dopo sui social. Cecchi Paone puntava il dito contro gli autori di Sorrisi e Canzoni, rei di avere inserito la prima edizione del reality nella stessa categoria “Cultura” in cui vi erano La macchina del tempo e Quark. La spuntò come prevedibile il programma di Daria Bignardi, con tanto di rumorosa polemica appunto da parte di Cecchi Paone, che anche nelle interviste successive arrivava a mettere in discussione l’intelligenza del programma. Il vincitore morale del primo Gf, Pietro Taricone, abbandonava il palcoscenico offeso; un momento consegnato alla storia della televisione che in tanti si chiedevano se fosse autentico o costruito. Era vero purtroppo.

La storia successiva, infatti, avrebbe screditato quella polemica. Cecchi Paone, già partecipante a L’isola dei famosi qualche anno prima, lasciò ulteriormente tutti di stucco nel 2018. In quell’anno, quando ormai il Gf saturo delle discussioni tra Nip si era allargato a un cast di Vip da qualche tempo, Cecchi Paone entrò nella Casa come concorrente. Non fu diverso dagli altri: riuscì a parlare molto di sé, facendosi conoscere sotto una chiave più introspettiva. Tuttavia, non evitò di esprimere anche la sua parte peggiore, come accade per chiunque sia sottoposto a una convivenza con altre persone a favore di telecamera 24 ore su 24.

Il caso Cecchi Paone, però, non è isolato. Forse non tutti ricordano che l’8 maggio 2003, mentre andava in onda la finale della terza edizione del Grande Fratello (quella vinta da Floriana Secondi), Raiuno trasmetteva in diretta l’ultimo appuntamento dell’anno di Novecento. Il programma condotto da Pippo Baudo ospitava in quell’occasione, tra gli altri, anche Giancarlo Magalli e Giampiero Mughini. Rivolgendosi a loro due, Baudo che stava parlando di Uto Ughi disse: “Non possiamo fare finta di niente, stasera va in onda la finale di un’altra trasmissione molto seguita, ma noi preferiamo fare la cultura”. Immediata la reazione di Mughini, che confermava la qualità di Novecento, adulando il conduttore e schernendo il pubblico di Canale 5 che guardava un programma “di cultura inesistente”. Bene, ora Mughini è nella Casa del Grande Fratello come concorrente.

Allora il reality non fa così schifo, specie quando c’è di mezzo uno stipendio.

D’altra parte è un genere televisivo che (tristemente) continua a piacere, quindi produce introiti a chiunque ne faccia parte. Anche il giornalista Paolo Brosio, che aveva evitato come la peste ogni tentazione lontana dai principi di Međugorje, non aveva ceduto all’idea di entrare nella Casa. Ovviamente coinvolto dalle trappole seducenti che gli autori proponevano. Successivamente sarebbero entrati a far parte del cast attori impegnati come Fabio Testi, radical chic come Barbara Alberti, imprevedibili giornalisti impettiti come Michele Cucuzza, Amedeo Goria, Attilio Romita o Fulvio Abbate (uno che ha speso minuti del suo tempo per fare un articolo contro Cutugno dopo la morte di questi, nel tentativo di svilirlo per poi svilire invece la sua stessa penna). Tutti questi intellettuali che si riempiono la bocca di grande cultura, e formulano giudizi da tuttologi, farebbero meglio a non parlare mai del Grande Fratello. Si rischiano solo brutte figure nel tempo.

Massimiliano Beneggi