Terremoti in casa Rai: Pino Insegno è stato ormai diseredato come conduttore del preserale di Raiuno in partenza a gennaio. L’avvocato dell’artista, però, promette battaglia.

Non ci sta Pino Insegno. La sua amicizia col premier Giorgia Meloni gli sta costando come mai era accaduto in passato a nessun altro. E pensare che una volta, al contrario, più si avevano amicizie di un certo tipo e più si godeva di un posto assicurato in Rai. Le cose ora vanno diversamente. Pino Insegno era stato screditato sin dalla scorsa estate, quando veniva annunciato come presentatore de L’Eredità. In molti si erano scagliati contro di lui, additandolo come un raccomandato senza troppi giri di parole. Per alcuni haters sui social e per l’opposizione parlamentare, Pino Insegno era solo un uomo messo lì dalla maggioranza. E pazienza se ha una carriera di attore e doppiatore, con innumerevoli esperienze televisive di successo alle spalle: nel 2023, se non c’è al governo la sinistra, è considerata inaudita un’amicizia con Palazzo Chigi.

Poco hanno giovato poi gli ascolti deludenti di Il mercante in fiera, previsto fino a fine dicembre su Raidue. Un programma ormai vecchio e un po’ noioso, ma su cui la rete non sembra avere fatto molto per difenderlo dalle critiche. Dunque, si arriva alla cronaca degli ultimi giorni.

Corrado Augias, 89 anni il prossimo gennaio, sostiene che in Rai (dove avrebbe tranquillamente potuto condurre la sua trasmissione) vi siano troppi favoritismi. Ci va giù anche più pesante per la verità, parlando di una troppa improvvisazione. Dunque se ne va a La7, interpretando il ruolo di martire e omettendo di dichiarare il carattere economico di questa scelta. Per un giornalista affermato come lui, omettere una notizia è un difetto, ma non fa peccato: d’altra parte giornalisti che parlano di attualità si ritrovano spesso a pronunciarsi criticamente anche sulle pensioni, parola che tuttavia Augias non vuole prendere in considerazione da protagonista. Onore alla storia, ma a un certo punto occorrerebbe fermarsi. E soprattutto restano incomprensibili le lamentele di chi non vuole Insegno ma rimpiange già l’addio alla Rai del giovane Augias. Dunque dicevamo, Augias si lamenta e lascia la Rai. La contromossa? Cambiare nuovamente l’assetto del servizio pubblico. Ecco come.

Insegno non condurrà più L’Eredità, ma non ci sta e promette battaglia tramite avvocato. Anche perché la voce che corre è che sarà proprio Flavio Insinna a condurre il preserale. Una scelta che testimonierebbe la volontà della nuova viale Mazzini di scegliere quelli bravi, a prescindere dalle loro ideologie politiche (Insinna è talmente pentastellato da essere più giallo del celebre telefono di Augias). Ma allora perché tornare indietro e non lasciare Insegno? Perché inchinarsi al volere di altri?

Comunque non finisce qui: Liberi tutti chiude dopo tre puntate. Lo seguiranno a breve con ogni probabilità Avanti popolo e Che sarà. Tutte trasmissioni di cui abbiamo avuto modo di parlare criticamente. La Rai a gennaio pertanto riparte da capo, come se iniziasse una nuova stagione televisiva. I numeri sono impietosi: Mediaset ha il 38% di share, la Rai il 35% e dovrà pure rinunciare ad alcuni introiti con la riduzione del canone (di cui una minima parte va anche alle tv private). Che succederà dunque ora? Chi ci sarà da gennaio in Rai? Per ora è un cantiere nel terremoto.

Ma Corrado Augias (che non fa come i migliori capitàni e se ne va prima della fondamento) in televisione ci sarà ancora: a La 7 condurrà La torre di Babele. Già il titolo fa presagire qualcosa di molto moderno. Evviva.

Massimiliano Beneggi